Lazio, la Champions fa ritrovare a Inzaghi grinta e umiltà

Lazio, la Champions fa ritrovare a Inzaghi grinta e umiltà
di Alberto Abbate
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Giovedì 22 Ottobre 2020, 07:30

Bastano le note della Champions per rivedere il gioco e la grinta. Non riescono ancora a svegliarsi, i tifosi, da martedì sera. La magica notte contro il Borussia fa ritrovare alla Lazio se stessa. Quella che si era persa durante l’ultima quarantena. L’anno scorso la sveglia era suonata fra il primo e il secondo tempo contro l’Atalanta, l’augurio è che l’ultima impresa possa segnare davvero lo spartiacque di questa nuova annata. I biancocelesti hanno iniziato a stento questo campionato e, dopo il lockdown, hanno toccato il punto più basso a Genova. Quella batosta però può rappresentare l’inizio di una nuova era. Nessuno si poteva aspettare in Champions una simile meraviglia, un esordio col botto di tutta la squadra. Una vittoria che tra l’altro indirizza subito la strada biancoceleste nel girone verso una qualificazione sperata, ma tutt’altro che scontata. Il Dortmund era (e forse è ancora) la squadra strafavorita, ma batterla significa aggiudicarsi una gran fetta dei punti in palio in classifica e ritrovare un’autostima fondamentale per il resto della triplice cavalcata. Magari, per tre competizioni, la Lazio non ha una rosa del tutto adeguata, ma martedì ha dato una dimostrazione di forza anche dalla panchina nella ripresa. Basti pensare ad Akpa Akpro, che entra e segna. A Muriqi, che tiene palla e – senza eccedere in nessun personalismo – aiuta insieme a Caicedo la squadra. E ancora manca il gioiello della trequarti Pereira. Restano lacune in difesa (vedi l’errore di Patric), ma con questo spirito è giusto che Inzaghi guardi al futuro con fiducia.

D’altronde l’unione del suo gruppo è sempre stata la forza. Oltre i limiti della mercato e della carta.


ORGOGLIO
L’euforia è la scia. Ritrovata dalla Lazio con un moto d’orgoglio dopo una brutta sconfitta. Contro il Borussia vengono scansati i dubbi di Marassi sulla tenuta fisica. Era solo una questione di testa. Al massimo anche un po’ tattica. Perché è evidente come i biancocelesti riescano a esprimersi al massimo quando trovano gli spazi che concede una grande avversaria. Immobile e compagni avevano fame e così hanno sbranato i tedeschi in partenza. Hanno gestito il doppio vantaggio, con qualche pericolo nella ripresa, e hanno chiuso con la stessa voglia nel finale la prima uscita europea. Adesso, ogni tre giorni, l’ultimo ostacolo sarà trovare la continuità. Per questo, Inzaghi e i leader Acerbi e Immobile invocano testa basta e massima umiltà. 


FORMELLO 
Dopodomani il Bologna sarà un’altra prova. Servirà mantenere allo stesso livello la concentrazione, ottenendo magari un ulteriore aiuto dall’infermeria. Bello rivedere già ieri Lazzari (lesionatosi con l’Italia) in una sgambata differenziata. A parte Escalante, pronto a diventare prezioso elemento pure nella turnazione con Leiva, tornato gigante, ma con un ginocchio da tenere sempre a bada. 

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