Lazio-Juve 2-0, Wojtyla Papa, il debutto di Sky e Immobile al Sorrento: cose dell'altro mondo

Lazio-Juve 2-0, Wojtyla Papa, il debutto di Sky e Immobile al Sorrento: cose dell'altro mondo
di Emiliano Bernardini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Dicembre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 13:24

Quanti sono 16 anni? Troppi. O forse il giusto tempo per voltarsi indietro a guardare quanto il mondo sia andato di corsa galleggiando sulle onde di internet. E soprattutto ricordare il piacevole gusto che si prova a battere la Juventus all’Olimpico in campionato. A proposito nel 2003 non esistevano i social, e neanche gli smartphone. Si andava allo stadio e il biglietto si pagava in euro ma poi si faceva ancora il conto: «Quant’è in lire 30 euro?». Sedici anni fa c’erano 65 mila persone all’Olimpico, di cui 41 mila abbonate, e la Lazio batteva la Juventus per 2-0 in gol Fiore e Corradi. Era il 6 dicembre. Fu l’ultima volta in campionato, perché nel maggio successivo i biancocelesti alzano la Coppa Italia vincendo a Roma per 2-0 proprio contro i bianconeri. Era il primo campionato trasmesso dalla neonata Sky (fusione tra Tele+ e Stream). Non esisteva il pezzotto ma metodi per decriptare il segnale dei decoder già esistevano. Sedici anni e un giorno dopo i biancocelesti provano a sfatare un altro tabù dopo quello di San Siro rossonero (durava dal 1989!). Che sia l’anno buono? Il papa era Wojtyla. La Figc era guidata da Franco Carraro e da lì a poco sarebbe scoppiata calciopoli. Il mondo del calcio perdeva la voce di Sandro Ciotti, la musica quella di Giorgio Gaber e il cinema e la tv quella di Alberto Sordi.



NEDVED PALLONE D’ORO
Era una Juve in crisi, che all’Olimpico subì il terzo ko di fila. A gennaio era morto Gianni Agnelli e si stava per chiudere un ciclo importante dei bianconeri di Lippi. Lo scudetto 2003-04 lo vinse il Milan di Silvio Berlusconi che al grido di Forza Italia era a metà del suo secondo mandato da presidente del Consiglio. Poi seguirono cinque di fila targati Inter. Per rivedere la Juve campione bisognerà aspettare il 2012. Chissà, invece, quanto ancora dovremmo attendere per rivedere una finale di Champions tra due italiane: A Manchester si giocò Juve-Milan. E Nedved fu incoronato Pallone d’Oro. La Lazio, invece, aveva iniziato la parte discendente della parabola dopo lo scudetto del 2000. Anzi era Il presidente era l’avvocato Ugo Longo. Insomma era il periodo dello spalma debiti e del piano Baraldi. Dei 36 giocatori in campo (già, all’epoca si potevano portare solo sette riserve) solo Buffon gioca ancora. Inzaghi era in panchina e cominciava a rubare i segreti al tecnico Mancini. Peruzzi era in porta, sabato sarà in tribuna sempre con il ruolo di Angelo custode. Quel giorno fece un miracolo su Nedved che sabato sera si ritroverà seduto vicino. Lotito sarebbe arrivato solo nel luglio successivo. 

Lazio-Juventus, segui la diretta sabato 7 dicembre

IMMOBILE AL SORRENTO
L’arbitro era Bolognino di Milano. Non esisteva il var e la gol line tecnology. Niente silent check tanto che quel giorno Corradi venne fermato erroneamente due volte per fuorigioco.

Di sicuro avrebbero assegnato il rigore per il mani di Giannichedda su tiro di Appiah. Nel 2003 esplodeva Cristiano Ronaldo, quell’anno andò allo United. Immobile aveva 13 anni e segnava già a raffica con le giovanili del Sorrento. La Juve sarebbe arrivata più avanti ma non scoccò la scintilla. Sabato proverà a farsi rimpiangere. Ancora una volta. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA