Lazio, lo scudetto passa anche dai dubbi di Inzaghi

Lazio, lo scudetto passa anche dai dubbi di Inzaghi
di Alberto Abbate
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Martedì 16 Giugno 2020, 08:30
 Tante certezze, altrettanti dubbi. Prova a scioglierli in una settimana, Inzaghi. Perché se è vero che sono a mille le motivazioni, il mister deve fare i conti con alcuni ballottaggi positivi e altri forzati. Il primo è davanti: Correa e Caicedo si contendono un posto al fianco d’Immobile, entrambi hanno i numeri. L’ecuadoregno è stato testato accanto a Ciro nell’amichevole di sabato, ma guai a considerare le ultime prove del tutto affidabili. Rimane il Tucu in vantaggio infatti: il suo score contro l’Atalanta è più indicativo, così come la fiducia d’Inzaghi. Per lui è Joaquin il titolare per non dare riferimenti, a maggior ragione visti i precedenti: l’argentino ha segnato sia nel 3 a 3 di ottobre scorso contro i bergamaschi sia nello 0-2 della finale di Coppa Italia e può essere davvero l’arma in più dei biancocelesti. Insieme a Milinkovic: il serbo entrò dalla panchina e spaccò la gara contro Gasperini. Lui continua a lanciare sui social segnali tricolori: «Sono arrivati dall’alto nuovi ordini. Abbiamo il dovere di provarci a tutti i costi». A 12 giornate dal termine, a un solo punto dalla Juve, non si tratta più solo di sogni. I bianconeri sono avvertiti, loro devono avere gli incubi. 
MEDIANA
A Formello si sprinta. Si riparte dall’Atalanta, si riparte anche dalla sfida dell’andata. Dove la Lazio ha toccato forse il punto più basso prima della risalita. Dall’inferno al paradiso nella stessa partita. Nei primi 45’ il disastro della squadra, era andata in crisi sopratutto la mediana. Mancava Leiva: questo è l’altro nodo, che Inzaghi vuole sciogliere entro sabato sera, quando all’Olimpico (alle 21) andrà in scena una simulazione della gara. Ieri finalmente sia il brasiliano che Cataldi hanno svolto anche la partitella con tanto di gol vittoria di Lucas. Quest’ultimo però deve ancora recuperare del tutto la forma, forse dovrebbe partire dalla panchina. Eppure Simone non vuole rinunciarci, anche perché ricorda quanto Parolo andò in difficoltà. Certa comunque la staffetta, anche in vista della Fiorentina, con Cataldi a ruotare a seconda dell’avversario, senza nessuna gerarchia prestabilita. 
DIFESA
Il 19 ottobre fu decisivo – insieme alla strigliata d’Inzaghi - anche l’ingresso dell’ex Primavera e di Patric a inizio ripresa per dare una scossa e una mano alla squadra. Ora persino lo spagnolo sogna di partire direttamente dal primo minuto contro l’Atalanta: «Manca poco, non si molla». Inzaghi ci pensa, eccome, perché di Bastos (vedi la finale con l’Atalanta) non si fida come prima scelta. Anche se spera di poter schierare la solita difesa tipo (con Acerbi e Radu) nella sua testa: tutto dipenderà dagli esami di Luiz Felipe, uscito con un polpaccio malconcio dalla partitella di sabato, ma comunque già in netta ripresa. Lo staff medico rassicura, anche se l’allarme suona in teoria ancora più forte sulla fascia. Lulic e Lukaku sono ai box, Jony è appena rientrato, Marusic ieri non si è allenato perché affaticato dall’ultima amichevole in famiglia. Il montenegrino oggi verrà valutato per escludere qualunque complicanza. Se non dovesse farcela, sarebbero problemi seri a sinistra. 
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