Lazio, Inzaghi esce dallo schema: il 3-5-2 non sarà l'unica soluzione

foto Rosi
di Valerio Cassetta
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Lunedì 21 Settembre 2020, 09:30
Tattica e partite anche nella domenica di riposo. Prima sul sintetico di calcetto per dare qualche dritta al secondogenito Lorenzo, che gioca con gli amichetti con il complo della Lazio. Poi davanti alla tv per seguire la prima giornata di campionato. Simone Inzaghi concede 24 ore di relax ai suoi giocatori, ma non stacca la spina. Maestro di calcio e psicologo. Intorno a sé uno staff fidato e preparato: il vice Farris, poi Cecchi e Rocchini, oltre ai match analyst Allavena e Cerasaro. Un team collaudato, attento ai dettagli con l’obiettivo di alzare sempre l’asticella. Una filosofia applicata fin dal ritiro di Auronzo di Cadore. Ridurre al minimo gli errori e individuare nuove strategie vincenti. Il 3-5-2 e la costruzione dal basso come dogmi. Le varianti tattiche a gara in corso come soluzioni per sorprendere l’avversario. L’idea di un trequartista alle spalle delle due punte non è nuova e prende piede. Riproposta con il Frosinone otto giorni fa e l’altro ieri con il Benevento all’Olimpico con Correa dietro Immobile e Caicedo. La linea dei centrocampisti da cinque passa a quattro e nel mezzo si muovono due mediani, che alla Lazio abbondano. Leiva, Escalante, Parolo, Akpa-Akpro, all’occorrenza Milinkovic, e Cataldi. Quest’ultimo si è rivisto sabato dopo un brutto infortunio alla caviglia: «L’ultimo test per mettere minuti nelle gambe. Sabato inizierà il nostro cammino (contro il Cagliari, ndr)», le sue parole su Instagram. Il classe ’94 ha iniziato il conto alla rovescia. Si fece male nel match a Bergamo, lo scorso giugno, dopo il lockdown. Sarebbe dovuto stare fermo 20 giorni. Non ha mai alzato bandiera bianca e ha pagato a caro prezzo la sua grande generosità. Adesso vuole riprendersi tutto con gli interessi. Regista e mezzala, cecchino sulle punizioni, punto di riferimento per lo spogliatoio. Un jolly. Per ogni modulo. 
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