Lazio, la forza sta nella continuità

Lazio, la forza sta nella continuità
di Alberto Abbate
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Martedì 27 Agosto 2019, 07:30
Allacciate le cinture e tenetevi forte. Perché questa Lazio d’inizio stagione parte a cento all’ora e fa davvero sognare. Un esordio così non si vedeva tempo, un gioco così poche volte persino lo scorso anno. Inzaghi ovviamente predica calma, ma il suo volto disteso malcela un certo ghigno soddisfatto. Lui ci credeva dal ritiro, ma non poteva aspettarsi già alla prima a Genova un simile salto in alto. Dopo pochi minuti, la sua squadra diventa gigante in campo. Copre Marassi in lungo e in largo, macina chilometri, accumula un tentativo dietro l’altro. Il divertimento insieme al risultato (3 a 0) è assicurato. Tocchi di prima e di classe, alternative (Lazzari è impressionante) sulle fasce, i 4 tenori a sfidarsi a suon di magie. E’ chiaro, la Sampdoria serve su un piatto d’argento le ripartenze, ma da più di un anno non si vedevano Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile trastullarsi così, tutti insieme. Avevano fornito più di qualche indizio le amichevoli estive, alla prima giornata ecco altre conferme. I moschettieri combattono stramotivati per Inzaghi, avanti Lazio col calcio totale. Inzaghi ha un gruppo collaudato. Ha martellato con il 3-5-2 e ora si ritrova un modulo letale. Dal centrocampo in su i biancocelesti non hanno nulla da invidiare alle più blasonate del nostro campionato. Anzi. Tante bocche di fuoco e soluzioni alternative. Quattro anni in cui ha scolpito nel marmo i suoi comandamenti. Ora raccoglie i frutti di tanto lavoro e di qualche delusione e critica di troppo. È vero è solo la prima di campionato ma la marcia ingrana è quella che porta in Champions. Serve continuità. Ecco alla lunga la gestione dovrà essere molto più certosina. La panchina è un po’ più lunga e permette cambi in più. In avanti forse manca un altro Immobile. E dietro bisogna pregare che Acerbi tenga fino alla fine senza prendersi nemmeno un raffreddore. Ecco perché se proprio si vuole individuare un punto debole, beh quello è in difesa. Pochi cambi e una linea a tre che ammette pochissimi errori. Ma come detto Inzaghi è uno che va all’attacco.
FANTASIA
Coinvolgente la voglia di Milinkovic, ipnotizzante il suo sorriso come i suoi piedi fatati. Lotta, sgomita, vola, Sergej, nemmeno li guarda gli avversari. Dall’alto sono talmente inferiori che lancia Immobile ad occhi chiusi, gli regala con un arcobaleno le 101 reti. Carica d’autostima in vista del derby. A Luis Alberto al buio bastano due tocchi e sono due assist. Il primo anche lui per Ciro con una sventagliata dentro l’area, il secondo in contropiede per dirigere davanti la porta Correa. E allora tango, perché il capocannoniere del precampionato spacca ancora il risultato. Annienta più volte la difesa blucerchiata con improvvise accelerate per la vittoria. E’ una scheggia impazzita, ma decisiva, Correa quest’anno può davvero essere la catapulta per entrare nell’Europa che conta. 
UNITÀ
L’obiettivo Champions è sbandierato, Ciro al bersaglio. Anche domenica sera, qualche gol Immobile se l’è mangiato, in altre due occasioni è stato bravo Audero. L’importante però è che si sia sbloccato subito e superato quota cento. E’ l’inizio per tornare al suo livello, troppo magro il bottino (15 gol) dell’ultimo campionato per uno del suo calibro. Tutti i magnifici quattro hanno iniziato col piede giusto, devono tenerlo in caldo. Perché la Lazio è una squadra votata all’attacco, ma deve segnare sempre un gol in più dell’avversario. A Genova tuttavia è arrivato pure un altro segnale positivo: la difesa e Strakosha hanno fatto il loro sporco lavoro, nessun gol subito. Contro la Roma domenica ci sarà però un test più complesso. Per adesso 3 a 0 secco, porta inviolata e palla al centro. Ieri un giorno di riposo, oggi la Lazio si ritroverà a Formello. L’unione e gli stimoli saranno il segreto per un altro successo. A settembre il derby 7 volte su 8 è stato perso, questa Lazio deve cancellare il brutto amarcord. D’altronde i big al top hanno ancora tanta fame, perora bastano loro a tavola per nascondere le poche compre al mercato del diesse Tare. 
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