Lazio, finora troppi rimpianti sulla strada Champions

Lazio, finora troppi rimpianti sulla strada Champions
di Emiliano Bernardini
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Martedì 8 Ottobre 2019, 07:30
La Lazio è ancora alla ricerca di sé stessa. E il percorso non sembra così semplice. Il problema è che di tempo ne è passato già troppo. Inzaghi sembra essersi incartato tra le pieghe dell’estetica e quelle della ragione. Tra il bel gioco all’attacco e le forze da dosare. L’obiettivo, dichiarato a inizio campionato, resta quello della Champions ma di questo passo sono solo i rimpianti ad aumentare. Rispetto alla passata stagione la Lazio ha un punto in meno. E soprattutto lo scorso anno di questo periodo aveva già affrontato Roma, Juve e Napoli. Delle big ad oggi ha sfidato solo l’Inter. Ecco perché l’amaro in bocca è tanto. Il pari contro i giallorossi sconclusionati di inizio anno ne è l’emblema. Ma non è da meno neanche il ko di San Siro con i nerazzurri o la cocente sconfitta in rimonta con Spal per finire al pari di domenica di Bologna. Questione di carattere. Quello che la squadra biancoceleste non riesce proprio ad acquisire. Troppe volte è mancato il graffio sottoporta, troppe volte non si è chiusa la partita, troppe volte sono tornati i tristemente famosi blackout. Il tecnico biancoceleste si è spesso complicato la vita con le rotazioni. Diciamolo questo è successo anche nelle stagioni passate, ma quest’anno è stato ancor più evidente. Motivo? Il turnover massiccio e la differenza che c’è tra titolari e riserve. «Soddisfatto del mercato» ha sottolineato a più riprese Simone, salvo poi sconfessare se stesso con le scelte. Vavro, acquistato per 12 milioni per sistemare il lato destro della difesa ha giocato appena 62 minuti. A sinistra, invece, Jony si è ritagliato un po’ più di spazio, 117 minuti, ma ha evidenziato una buona propensione all’attacco ma pessima in fase difensiva. Lazzari è partito forte ora sta avendo una piccola flessione ma da quel lato la concorrenza ha stimolato in maniera positiva Marusic. Restando a centrocampo Berisha e Durmisi, arrivati lo scorso anno continuano ad essere due oggetti misteriosi. Insomma due giocatori su cui Inzaghi non può fare affidamento. Peccato però che il tecnico, memore degli errori dell’anno passato, abbia deciso di cominciare subito a fare ampio turnover per evitare il classico crollo che colpisce la Lazio nel momento clou. Basta ricordare gli infortuni in sequenza nei ruoli fondamentali. Già, ma questa rotazione continua e massiccia al momento non ha portato benefici. Anzi.
I PENSIERI DI LOTITO 
Più di qualcuno ha storto il naso per essere rimasto fuori. In cima alla lista c’è Immobile. Pace fatta qualche settimana fa ma il cambio di Bologna, seppur giusto, non ha certo fatto piacere a Ciro che ha usato tutto il suo self control nella pancia del Dall’Ara. In effetti fa strano pensare che l’attuale capocannoniere della serie A sia quello più sostituito: quattro volte in sette partite. Ma non è l’unico ad aver manifestato qualche malumore. Il presidente Lotito, da pater familias, ha parlato alla squadra e in qualche caso, vedi la querelle Immobile, si è anche assunto parte delle colpe («L’avevo responsabilizzato troppo»). Non è contento. Il patron è sicuro di aver allestito una squadra in grado di andare in Champions senza troppi patemi. Non si è ancora pronunciato. Si gioca sul filo della pazienza. Ad Inzaghi il compito di non fargliela perdere.
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