Inzaghi insegue quota 100, quella del Maestro Maestrelli

Simone Inzaghi
di Alberto Abbate
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Sabato 18 Gennaio 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 13:15

E’ già il re della storia, ma Inzaghi punta pure all’undicesima vittoria. Dopo aver battuto il Napoli, ha superato a quota dieci il maestro Sven Goran Eriksson. Assoluto record per i biancocelesti visto che, in 120 anni, non era mai successo prima che la squadra riuscisse a centrare così tanti successi consecutivi. Un primato che porta Simone ancora di più nell’elite degli allenatori e ora gli permette di guardare nuovi orizzonti. Meglio del piacentino, infatti, hanno fatto solo in sei. Nella stagione 2006/07 il primato assoluto è dell’Inter di Mancini: nell’anno post Calciopoli riuscirono a centrare un filotto da 17, i nerazzurri. Si è fermata a 15, invece, la Juventus di Allegri nel 2015/16: il toscano si è spinto fino a 12 nel 2017/18 eguagliando quanto aveva fatto Conte, sempre sulla panchina bianconera nel 2013/14. Sono arrivati a 11, invece, nel 90’ il Milan di Sacchi e la Roma di Spalletti nel 2005/06. Domani pomeriggio all’Olimpico arriva la Sampdoria e Simone vuole a tutti i costi agganciare gli ex colleghi rossoneri e giallorossi.
CENTO
Un’altra vittoria non significherebbe solo questo, ma molto di più. E’ a quota 99 successi, Inzaghi. Un altro e centrerebbe la cifra tonda di 100, un grande traguardo. Oggi pomeriggio sarà la sua 183esima presenza in panchina, raggiungerà Tommaso Maestrelli. Non uno qualsiasi, pensando pure al nome del secondogenito Inzaghi. Quarto in classifica Delio Rossi (184), poi Eriksson (188), Juan Carlos Lorenzo (196) e primo Zoff (202), un mito assoluto destinato – con almeno altre 20 partite, Coppa compresa, da giocare - a essere superato a fine stagione. Da quando, il 5 aprile del 2016, Simone ha preso la guida della Lazio si contano, su 182 presenze, ben 99 vittorie, 33 pareggi e 50 sconfitte. Si è seduto al timone 139 volte in Serie A, 26 in Europa League, 15 in Coppa Italia e 2 in Supercoppa. Dati pronti a cambiare già oggi con la Sampdoria.
SCUDETTO
Sta andando oltre ogni immaginazione al comando di questa squadra. Inzaghi sta già riscrivendo la storia, ma non ha davvero la bacchetta magica. Così torna coi piedi per terra: «Ho detto sorridendo che in questo momento manca poco per lottare per lo scudetto. Noi abbiamo chiaro il nostro obiettivo ed è fermo. Dopo aver vinto tanto, è arrivato il momento di entrare in Champions. L’avremmo già meritato negli ultimi anni per quanto mostrato in campo. Non è accaduto, ma ora vogliamo il terzo posto, anche se troveremo avversari forti che faranno di tutto per complicarci il cammino in questo girone di ritorno. Quello d’andata rimane straordinario». Il traguardo dunque è ancora lontano, anche se non sono poco i 10 potenziali (c’è il Verona da recuperare) punti di distacco da Roma e Atalanta al quarto posto: «Tutte le nostre competitor cercheranno di far bene come noi – chiosa Inzaghi – e non sono tagliate quindi fuori dal discorso. Con questi impegni ravvicinati, dobbiamo superare al meglio questo gennaio complicato.

Non essendo più in Europa, poi torneremo a giocare una sfida a settimana». Sembra quasi l’autorassicurazione di chi si vede da solo in panchina e sa che il mercato non guarirà i problemi legati a squalifiche, diffide e infermeria. 

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