SFIDUCIA
Non ha conquistato la Champions, ma ha comunque garantito l’Europa (e 10 milioni complessivi) alla Lazio. Anche questo traguardo non era servito su un piatto d’argento. Poco importa che Lotito continui a ribadire che questa squadra avrebbe meritato un’altra posizione in classifica in campionato. Inzaghi lo aveva detto la scosa estate quanto sarebbe stato difficile, con le concorrenti rinforzate, centrare il quarto posto. Da lì erano iniziate le discussioni col presidente: «Ti sai solo lamentare». L’accusa era riferita alla richiesta del tecnico, che avrebbe voluto implementare con un suo uomo lo staff sanitario, ma è il simbolo di un’annata in cui Simone è diventato ad ogni tonfo il capro espiatorio. Per carità, anche lui ne ha commessi di errori, ma così ha sempre fatto pure da scudo a quelli degli altri. Per questo se rimarrà, non solo dovrà essere accontentato sul lato economico, ma vorrà pure ricevere precise garanzie di mercato. Altrimenti, con dolore, potrebbe cercare altrove (ci sono Atalanta, Fiorentina e Samp, più difficile il Milan) un progetto.
PACE
Promessa mantenuta. Lotito gli aveva dato il diktat di vincere la finale di Coppa Italia, Inzaghi mercoledì l’ha centrata. E ora? Il presidente si era mosso (contatti con Mihajlovic e De Zerbi) già, ma ovviamente smentirà. E’ tornato affettuosissimo con Simone mercoledì sera, lo ha raggiunto al tavolo e una sua frase di difesa è stata immortalata su Instagram dalla moglie di Simone, Gaia: «Ho mandato a quel paese Gasperini». E la risposta d’Inzaghi: «Hai fatto bene». Ma mica è così facile, dopo tanti bocconi amari ingoiati, far pace. Anche se nessuno vuole che questa settima Coppa Italia venga macchiata da un episodio (il tocco di mano di Bastos) non visto dal Var Calvarese. La Lazio ha vinto con il cuore e finalmente si è rivista la mano magica dell’allenatore. Adesso pure il futuro è tornato fra le grinfie di Simone.
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