Lazio, Immobile vuole fare il Diavolo a quattro

Lazio, Immobile vuole fare il Diavolo a quattro
di Alberto Abbate
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Domenica 12 Settembre 2021, 07:30

Zitti tutti, parla il gol. Pensaci ancora tu, Ciro. Sarri non gli ha detto altro al rientro dalla Nazionale a Formello. Era giù, acciaccato, in poco più di 24 ore Immobile è resuscitato. È più forte la rabbia dell’affaticamento, la voglia dell’ennesimo riscatto, Ciro vuole fare il Diavolo a quattro. D’altronde vanta già tre centri a San Siro. L’ultimo spezzò un sortilegio lungo addirittura trent’anni nello stadio rossonero. Due anni fa, il 3 novembre 2019, un 1-2 benedetto anche da Correa nel tabellino. Quello stesso giorno però soprattutto il gol numero 100 di Ciro con la Lazio. Ora è a 154, a -5 dal mito Piola, recordman biancoceleste di ogni tempo. Merito di ben quattro timbri nelle prime due giornate, che fanno splendere Immobile in vetta alla classifica cannonieri di questo campionato. Eppure il suo nome non brilla mai in azzurro, anche dopo la vittoria degli Europei è censurato. E pensare che si sta trascinando qualche fatica da luglio, anche se in biancoceleste supera tutto. Al debutto a Empoli aveva segnato su rigore nonostante fosse sottotono. Alla prima all’Olimpico ecco il turbo e il tris davanti al popolo di cui è re indiscusso. Proprio contro il Milan aveva trovato la prima tripletta con l’aquila sul petto. Non c’entra dunque lo spessore dell’avversario, piuttosto la rivalsa nel caso rossonero. Perché proprio prima di sbarcare nel 2016 a Formello, Ciro era stato sedotto e abbandonato. Non lo ha mai dimenticato e si è sempre vendicato. 
RIVINCITA
La rivincita stavolta si fa al quadrato. Perché Immobile è di nuovo nel mirino in azzurro. È evidente che lì non sia lo stesso, non basta però più solo il modulo a spiegarlo. È vero che nel 4-3-3 dell’Italia si ritrova spesso spalle alla porta e trascurato, ma sembra più la pressione a schiacciarlo. Alla Lazio è leader assoluto, Sarri lo ha consolidato come capitano e valorizzato: Pedro lo lancia nello spazio, Anderson sapeva già come servirlo. Il miglior assist man Luis Alberto bacia ogni suo movimento. Questa settimana lo spagnolo si è stretto intorno a lui insieme a tutto il mondo Lazio. Oggi pomeriggio c’è una squadra per Ciro. E allora non c’è tre senza quattro. Perché Immobile ha segnato in ognuna delle ultime tre sfide contro il Milan in campionato. Dunque regge poco anche l’accusa di chi ha perplessità sul suo spessore ogni volta che si alza il livello. È stato principe del gol in Europa League, l’anno scorso ha mostrato il suo scarpino d’oro in Champions pure al Borussia Dortmund, che lo aveva strapagato e poi svenduto. Sicuramente è la comfort zone della Lazio a trasformarlo in cecchino, sicuramente a 31 anni deve compiere a livello caratteriale un ulteriore scatto, ma quando è amato non sbaglia un colpo. È un Ciro sicuro al bersaglio.
DUELLO 
Sprofonda nella critica, vola quando è osannato dalla folla.

Succede solo sulla sua sponda di Roma. Per questo, coi numeri biancocelesti, non è provocante il guanto di sfida lanciato di nuovo a Ibra. Perché Immobile viaggia a una media di un centro ogni 117’ sotto porta, lo svedese lo segue ogni 122’ a ruota. Oggi persino la voglia di riscatto li accomuna: Ciro deve di nuovo cancellare la sua brutta reputazione azzurra, Zlatan i quattro mesi trascorsi in infermeria. Per Immobile però conta più la cavalcata della nuova Lazio in Serie A: i nove centri segnati sinora rappresentano già il record biancoceleste, centrato nel 1934/35 alla terza giornata. C’è la firma di Ciro praticamente sulla metà. Con un’altra rete e la vittoria trascinerebbe Sarri a 9 punti in classifica, come era successo dopo tre turni solo nel 1974/75 e nel 2012/13. Maurizio vanta 7 successi contro Pioli e altrettanti con il Milan, ma conta soprattutto su Immobile porta fortuna. Oggi glielo dirà di nuovo nell’ultima riunione tecnica: Ciro, non ti curar di loro, ma guarda e segna.

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