Lazio, salvate il soldato Immobile: Ciro non segna da tre partite e ha la tendinite

Lazio, salvate il soldato Immobile: Ciro non segna da tre partite e ha la tendinite
di Alberto Abbate
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:47

Un digiuno che fa notizia per uno abituato a sbranarsi sempre la porta. Da tre gare Immobile non segna e la Lazio strappa appena una vittoria contro la Sampdoria. Il bomber avrebbe bisogno di tirare il fiato, ma non ha nessuna intenzione di farlo a Bologna. Dopo la batosta col Bayern, è stato il primo a suonare nello spogliatoio la carica. Domani pomeriggio serve un pronta riscossa e Ciro vuole guidarla. Non è ammesso un altro risultato se non il successo per scongiurare subito il contraccolpo psicologico e sopratutto per non perdere terreno in classifica. Ecco perché difficilmente anche Inzaghi ci rinuncerà. Eppure Immobile ha mostrato martedì sera una forma precaria. Sta giocando da mesi con le infiltrazioni per una tendinite fastidiosa, così ne risente pure la sua vena realizzativa. Anche perché Ciro non è una punta che si risparmia, corre a tutto campo, aiuta la squadra e negli ultimi metri s’appanna la mira. E’ pronto però a ovviare al problema come al solito con la sua grinta. Ha promesso ai compagni che si sbloccherà già domani a Bologna, vuole rimettere il suo nome sul tabellino della sfida. Tre gare senza, considerato pure il Bayern in Champions, non era mai successo in quest’annata. A inizio stagione Immobile era rimasto a secco con Atalanta e Inter, ma era squalificato con la Sampdoria. 
PARAGONE 
Ieri si è allenato regolarmente a Formello, Inzaghi al momento non ha intenzione d’inserirlo in alcun turnover. C’aveva pensato con la Samp prima del Bayern, ma ora non è proprio possibile. Oltretutto ad aiutarlo, paradossalmente, potrebbe esserci pure il rinvio del turno infrasettimanale: se l’Asl, come sembra, dovesse fermare anche la gara col Torino, ci sarebbe poi una settimana per recuperare tutte le energie in vista della Juve. E allora è meglio che Immobile si sblocchi immediatamente. Per ritrovarlo titolare a secco tre partite bisogna tornare al post lockdown, a luglio contro Lecce, Sassuolo e Udinese. Non era mai successo, oltre a quel frangente, nella scorsa stagione. Quando, a questo punto dopo 23 giornate, aveva segnato 25 reti di cui 9 su rigore. Adesso è fermo a 14, ma con appena 3 penalty nello score. 
CHI SI RIVEDE
Per carità, sul rendimento strepitoso della Scarpa d’oro non si discute, ma a 31 anni comincia anche lui ad accusare le fatiche.

In realtà, dopo il Bayern, gli interrogativi riguardano l’età media dell’intera rosa biancoceleste. Sono 9 gli ultra trentenni della banda Inzaghi, in campo contro i tedeschi ne sono scesi cinque: Reina (38), Acerbi (33), Musacchio (30), Leiva (34) e proprio Immobile. Tre anni e mezzo fa Ciro ne aveva appena ventisette, quando s’imbufalì con l’arbitro Giacomelli per un clamoroso tocco di mano di Iago Falque su un suo tiro in area di rigore. Era la gara contro il Torino all’Olimpico, finita 3 a 1 per i granata, dell’11 dicembre 2017. Terminata l’azione incriminata, l’attaccante si beccò con Burdisso in seguito alle proteste. Il Var non aiutò Giacomelli che, invece d’assegnare il rigore, mostrò il rosso al bomber biancoceleste. Dopo quel clamoroso errore, uno dei tanti che costarono la Champions finale, non arbitrò mai più la Lazio il fischietto di Trieste. Rieccolo, dopo così tanto tempo, a Bologna nella designazione. Un presagio che aggiunge altra ansia e timore, ora che c’è un quarto posto a tutti i costi da riacciuffare con un’ulteriore spada di Damocle sino a fine stagione. Il processo sul caso tamponi nei tre gradi si concluderà a maggio con lo spettro dei punti di penalizzazione. La prima udienza del 16 marzo al Tribunale Federale potrebbe comunque slittare.

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