Chissà se sortirà effetto la benedizione di stamattina di Papa Francesco. Dopo l'udienza con la Lazio in Vaticano, Immobile, rialzati e torna al gol. C'è Ciro al centro della Champions. Inutile girarci troppo intorno: il quarto posto, o il terzo, passano dal recupero del miglior bomber al più presto. Non c'è altra soluzione, non c'è altro segreto, specie perché oggi non esiste un alter ego. E perché la Lazio non potrà mai vincere tutte le gare con lo spettacolo. I campionati passano sempre e soprattutto da partite complicate - con le piccole che fanno muro e si mettono di traverso - e da successi acciuffati con un gol sporco. Quello, solo Immobile sa trovarlo. Al dì là dell'eterno difetto dei blackout nel secondo tempo, è anche questo il motivo per cui i biancocelesti hanno collezionato 18 punti in nove gare contro le big e appena 21 in 12 match contro le squadre della seconda parte della classifica più in basso. Sarri sarebbe primo con 47 punti davanti al Napoli a 43, se le 21 giornate si fossero chiuse tutte nel primo tempo. Forse non sarebbe così in alto, ma chissà dove sarebbe se avesse avuto di più Ciro. Non contano più apparizioni sporadiche e sotto tono, perché su 16 presenze totali almeno in altre 5 Immobile non era nemmeno al 50%.
Praticamente il centravanti manca dal 16 ottobre quando, alla mezz'ora con l'Udinese, ha inizio il calvario. La prima partita saltata quella successiva, proprio contro l'Atalanta a Bergamo, superata dalla Lazio con un grande show del tridente leggero. Ora talmente spremuto e affaticato da costringere ieri Sarri a fissare un altro giorno di riposo, dopo lo scarico.
TABÙ OLIMPICO
Lazio, tattica difensiva e scarico post Verona per i titolari. Fares si allena in gruppo
RETROSCENA GIUNTOLI
Il peso di non avere un altro Ciro è persino sul coprispalle della Ferragni a Sanremo, in un meme che sta spopolando sul web biancoceleste: «Serve un vice-Immobile». Lotito era stato chiaro almeno su quello a fine gennaio, quando aveva chiuso allo sbarco di Bonazzoli e di qualsiasi altro attaccante. «Non possono essere turbati gli equilibri dello spogliatoio», le parole del presidente, riferite soprattutto al bomber. Già, perché per anni si è preferito far rendere al meglio Immobile, che ai compagni di reparto (vedi Caicedo e Muriqi) lasciava le briciole. Il discorso però si sta rivelando diverso e controproducente in questa stagione. Ciro fra 11 giorni compirà 33 anni, è mancato troppe volte e ora non è in condizione. Oltretutto in estate lui stesso aveva indicato Caputo come vice. La società lo ha bocciato e ha poi deciso di non intervenire in maniera soft in questa sessione invernale. Pretende la Champions adesso, eppure punta tutto su un investimento importante a giugno su un attaccante. Ci sta lavorando da tempo, Tare, in vista del rinnovo triennale, ma Sarri dovrà dare il suo benestare e soprattutto decidere se poi restare con la contemporanea permanenza del diesse. Non è una questione di incompatibilità caratteriale, ma proprio di feeling anche sui rinforzi e le scelte. Per questo Maurizio un anno fa aveva indicato Giuntoli (attuale dirigente del Napoli), uno in grado di capire il suo gioco e di seguirlo con nomi adatti (vedi Raspadori) alle sue caratteristiche. Il mercato si fa con le stesse idee.
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