Lazio imballata, Sarri è una furia

Lazio imballata, Sarri è una furia
di Alberto Abbate
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 07:30

Altro che ultima cena. Alla fine l’ha offerta, ma Sarri avrebbe mandato tutti a letto a digiuno ieri sera, dopo aver masticato nel pomeriggio la sua cicca amara. Finisce soltanto 1 a 1 l’ultima uscita ad Auronzo contro il Padova. Finisce sotto il diluvio e i fulmini di Mau in panchina. È evidente il passo indietro rispetto alle meraviglie viste con la Triestina. Stamattina alle 10.30 la squadra rientrerà a Roma. Forse qualcuno aveva già la testa ai tre giorni di vacanza, forse la Lazio era pure un po’ imballata, ma il Comandante non perdona. Sopratutto nel primo tempo horror è un’autentica furia. Pochi secondi e il suo taccuino è stracolmo di roba. Perché manca subito la giusta distanza fra la difesa e il resto della squadra, troppo lunga. Così la formazione della Lega Pro va in vantaggio alla seconda sbavatura: il piede di Luiz Felipe, su un tiro di Della Latta, inganna Reina. Sarri urla: «Li stiamo guardando, non si può difendere così. Iniziamo a giocare da squadra». Tira un pugno alla panchina, non gli piace nemmeno come la Lazio attacca. Richiama a brutto muso Caicedo, che non si smarca e si muove poco, poi Raul Moro che non si allarga, infine Milinkovic che passeggia: «Stiamo camminando in mediana». Luis Alberto si scalda, smanaccia Hraiech e lo scaraventa per terra. Mau diventa una belva: «Invece di fare queste stupidaggini, dì agli altri di mantenere le posizioni perché stiamo facendo un casino. Non esiste pressing, recupero né giro palla». Anche perché il collega Pavanel mette un uomo fisso su Leiva e la Lazio si blocca.
ESPERIMENTO FASCE 
È un’accelerata di Hysaj a trasformare il nervosismo in rivalsa. Il capocannoniere dell’estate Luis Alberto realizza dal dischetto il penalty (settimo gol) e la Lazio si sveglia. All’intervallo però Sarri fa comunque una dura strigliata: «Siete lenti e prevedibili, anche in fase di impostazione. Più ordine e più precisione quando si esce dalla difesa. Faccio finta di non aver visto il primo tempo, mi aspetto ben altro nella ripresa». Entrano Muriqi al posto di Caicedo, Romero per Felipe Anderson e Marusic per Hysaj a sinistra. Eccolo l’esperimento di giornata. Il montegrino trasloca di fascia per tenere in campo un indemoniato Lazzari a destra. Sopratutto nei primi 45’ Manuel finalmente mostra la sua voglia di titolarità, con accelerate in velocità e palle in mezzo a raffica. A tutta fascia nel 4-3-3 fa però ancora più fatica nei ripiegamenti in difesa.
COLPO BASSO 
È sui meccanismi dietro che Sarri ancora si sgola.

Degli insegnamenti inculcati per 17 giorni, ieri, nessuna traccia. E pure davanti troppe idee (nonostante un palo del solito Luis Alberto) alla rinfusa. Al 64’ Mau utilizza tutti i cambi a disposizione in panchina, carica «con coraggio buttiamo sempre avanti la palla», ma l’1 a 1 non cambia. C’è un piglio diverso e maggior pressing, ma l’ultimo passaggio è sempre sbagliato anche nella ripresa. Solo il baby Luka Romero è l’unica nota lieta. Dialoga, triangola nello stretto, sguscia e fa una gran tossita: dal limite, tiro a giro dalla distanza deviato da Vannucchi in corner, quanta personalità. Applaudita: «Bravo, continua così, stai largo e punta». Punta in alto, questa pulce atomica. Intanto alla Germania: raduno fissato per sabato a Formello prima della partenza per la seconda fase di preparazione a Marienfeld (2-7 agosto), dove si uniranno pure i big Immobile, Acerbi e Correa. Sempre che quest’ultimo non sblocchi prima l’indice di liquidità, facendo spazio a Basic e Brandt, o Shaqiri e Brekalo in seconda battuta. Saluta ufficialmente Peruzzi: ieri ha firmato la rescissione del contratto e, dopo 5 anni, non accompagnerà Sarri in quest’avventura. 

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