Lazio, i torti arbitrali e l’incapacità di saper protestare

Lazio, i torti arbitrali e l’incapacità di saper protestare
di Emiliano Bernardini
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Martedì 22 Gennaio 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 15:46

Il mondo Lazio si sente defraudato. I tifosi biancocelesti denunciato i torti arbitrali. I social sono pieni di proteste. Seppur non eclatanti come nella passata stagione, i fischietti e la Var anche quest’anno qualche errore contro lo hanno commesso. Diciamolo subito, ridurre Napoli-Lazio all’espulsione di Acerbi è sbagliato. Il rosso al difensore laziale è eccessivo. Due non falli e due gialli. Nel club serpeggia in maniera forte un malcontento per alcune situazioni. Già, ma di questo non c’è traccia. Resta un sms di Tare, inviato mentre era a Dubai, dopo la sfida con il Torino. Un messaggino riportato dal capo della comunicazione e nulla più. Si parla di un Lotito che avrebbe protestato con Irrati nel primo tempo della sfida con i granata ma è lo stesso presidente a smentirlo. Dice di essersi limitato ad uno sguardo. Che di certo non poteva essere ad occhi dolci. A lamentarsi resta solo Inzaghi che ad ogni conferenza intona lo stesso ritornello. Ha perso la voce a furia di dirlo e il solo effetto che ha avuto è che adesso l’Italia pallonara lo considera un “piangina”. Che l’allenatore la butti lì ci può stare ma non deve essere un leit motiv o addirittura una via di fuga dalla realtà. Davanti alle telecamere deve andarci il presidente della Lazio. Deve essere lui ad alzare la voce. Deve essere lui a protestare davanti alle telecamere. Deve trovare il pertugio per far ritornare la Lazio visibile. Una sorta di operazione simpatia seppur trattando temi scomodi come la Var e le “decisioni chirurgiche”. Altri lo fanno già da tempo. Inutile far strisciare la protesta se poi resta bassa e non alza quel polverone che i tifosi chiedono a gran voce da tempo. E per loro poco importa se poi quelle urla risuoneranno forte anche nei corridoi di via Allegri. I tifosi vogliono essere difesi e invece si sentono terribilmente soli nella protesta. 
 

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