Lazio, grinta Lotito: "Dedico Sarri a tutti i tifosi. Credo nel Flaminio"

Lazio, grinta Lotito: "Dedico Sarri a tutti i tifosi. Credo nel Flaminio"
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Giugno 2021, 07:30

La metamorfosi di Lotito. Lui che ama così tanto il latino, forse avrebbe preferito farla raccontare a Ovidio. Magari partendo proprio dal caos in cui arrivò nel 2004: «Ho preso la Lazio nel baratro, mancano ancora 6 rate, ma è il momento del salto promesso». Lotito è sempre un po’ imprigionato nel mito di Narciso, ma alla fine è meritata la glorificazione di Claudio. Perché non c’è più compiacimento allo specchio, ma il trofeo Mau sudato e fumato in faccia a Mou persino a Testaccio. Tutti i laziali si inchinano, lo ringraziano, gli urlano «bravo» e cominciano persino a credere che ogni loro desiderio non sia più solo un sogno. Visto che c’è pure un premio da 1 milione nel contratto (alla fine biennale secco da oltre 3) del nuovo tecnico: «Scudetto? Con la passione e il massimo impegno, ci arriveremo. Io sono il primo a volerlo, rappresento la passione di un popolo», ci ribadisce la sera al telefono, dopo averlo sbandierato in mattinata al Coni di fronte alla foto di Maestrelli con l’ultimo tricolore al petto. Cinquant’anni dopo Tommaso, sembra quasi un meraviglioso presagio quella tuta all’orizzonte di Maurizio.
GRANDEZZA
Dal «Libera la Lazio» a Lotirchio, sembra passato un secolo. Ora è il nuovo presidente spendaccione per il popolo. Dopo il voltafaccia di Inzaghi, in appena 10 giorni ha riconquistato pure il tifoso più scettico. Messo da parte nervi e orgoglio pur d’arrivare a Sarri con un enorme sforzo economico: «L’ho fatto per tutti, ho preso un maestro per la crescita dei calciatori e per raggiungere quei traguardi che la società e la gente si attendono». L’organico servito dovrà essere lucidato, ma Lotito è pronto a venirgli incontro sul mercato. Cinque acquisti, è il giuramento: «Non correremo però dietro ai nomi, ma alle qualità e alle caratteristiche per ritornare in Champions e fare un grande cammino europeo». Questo è già Sarrismo, proiettato nell’incantevole Formello: «Maurizio è rimasto sbigottito dal centro sportivo. Mi ha fatto i complimenti per gli investimenti, che devono tramutarsi in risultati in campo con merito e sacrificio». Sono i valori trasmessi anche al figlio Enrico, che ha valutato Sarri con papà Claudio. Ma guai a pensare ci sia già una successione in atto: «Io non mollo adesso. Cederò solo le mie quote a Salerno, non ho mai pensato di non rispettare le norme entro il 25 giugno».
STADIO
Nessuno sguardo languido, anche se Lotito si sente accerchiato da un anno.

Si farà difendere dal professor Vaccarella sul caso tamponi in ultimo grado per conservare le sue cariche federali nel prossimo decennio: «Ne usciremo puliti perché lo siamo». Ora ha tutti al suo fianco. Figuriamoci se, dopo Sarri, dovesse davvero compiere dopo 18 anni un altro passo inaspettato: «Io ci credo davvero al Flaminio come casa della Lazio, ho senso civico, ma ribadisco la necessità di una serie di valutazioni sul progetto». Non è più bastian contrario, questa è la voglia di consenso del nuovo Lotito capopopolo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA