Lazio-Fiorentina, mai così Felipe Anderson: il brasiliano a caccia del quinto gol di fila. Immobile va in panchina

Sarri: «La soluzione è l'equilibrio. Con la Fiorentina è una gara rischiosa»

Lazio-Fiorentina, mai così Felipe Anderson: il brasiliano a caccia del quinto gol di fila
di Alberto Abbate
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Domenica 29 Gennaio 2023, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 09:14

Più Felipe di così non si può. Anzi sì, c'è un'altra carta in mano, c'è odore di pokerissimo e di Felipe anniversario. Era il 6 ottobre 2013, quando un ragazzetto di appena vent'anni, tal Anderson, esordì contro la Fiorentina nel nostro campionato. Petkovic lo schierò titolare sostituendolo con Floccari al 59' in un match terminato poi 0-0. Quasi 10 anni dopo, il brasiliano punta la Viola e il quinto gol consecutivo. Mai in carriera ne aveva rifilati già quattro (Empoli, Sassuolo, Bologna in Coppa - e Milan) di seguito. Il prossimo oltretutto sarà il timbro numero 50 con la maglia della Lazio. Il cerchio può chiudersi adesso che Felipe è un falso nueve vero. Contro il Milan semplicemente Feliperfetto. Contro la Viola, lo scorso 10 ottobre, non aveva lasciato il segno, nel 2023 Anderson segna come Osimhen, è un altro, il fulcro di un attacco atomico. Strepitoso martedì sera già dal primo recupero a centrocampo con l'apertura per Zaccagni sul vantaggio. Entrambi ora sono a 8 gol stagionali, come Immobile, con numeri da record: «Non so se devo essere orgoglioso io per la trasformazione precisa Sarri o devono essere incazzati loro per non aver fatto prima questo salto. E comunque possiamo fare ancora meglio del secondo tempo di martedì all'Olimpico». Anche stasera 40mila spettatori (13mila biglietti venduti) invocano una Lazio spettacolo.

BASTA CALI

E allora Sarri non vuole deludere nessuno, frena l'entusiasmo.

Perché, dopo una grande prestazione, teme sempre un tracollo psicologico: «La soluzione è l'equilibrio. Con la Fiorentina è una gara rischiosa, all'andata è finita 4-0, ma le prestazioni delle due squadre non rispecchiavano il risultato. Martedì inoltre abbiamo speso diverse energie mentali, siamo stanchi e ho paura di un down. Guai dunque ad andare in over di pessimismo o di ottimismo. E ciò che ci ha separato dalla parte altissima della classifica in questo periodo. Io ho fiducia nel gruppo, ma dobbiamo risolvere questo difetto per fare il salto oppure accontentarci delle posizioni di rincalzo».

È un altro richiamo all'orgoglio, perché magari non basterà nemmeno raddoppiare i 37 punti dell'andata in questo girone di ritorno per centrare la Champions: «Se c'è un pollo per 10 persone e lo mangia tutto uno, gli altri 9 hanno fame, non si può fare nessun calcolo. Con 91 punti, io sono riuscito a perdere uno Scudetto». Stavolta non c'è nessun richiamo al mercato, ma una frecciata sulle rotazioni striminzite in attacco: «Cancellieri veniva da pochissimi minuti giocati col Verona, arrivato 16esimo. Qui, in mezza stagione, sta a 540'. Ha fatto un miracolo». Come il capitano: dopo appena 15 giorni dalla lesione di primo grado al flessore destro, Immobile è già guarito. Ieri, dopo la risonanza e il primo allenamento, ha lottato contro il no dei medici e Sarri lo ha accontetato: oggi pomeriggio si accomoderà in panchina all'Olimpico. Ciro si sente bene e vorrebbe persino fare qualche minuto in vista dei quarti di Coppa Italia, giovedì contro la Juve a Torino. A breve Felipe potrà tornare sull'esterno.

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