Lazio, un'alba di luce biancoceleste

Francesco Acerbi festeggiato dai tifosi (foto Rosi)
di Valerio Cassetta
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Martedì 24 Dicembre 2019, 09:30
Un viaggio da favola e un dolce risveglio. Danilo Cataldi domenica sera l’aveva detto: «Ora facciamo un po’ di casino e poi ci rivediamo a colazione senza aver toccato letto». Caffè e cornetto, come da tradizione. Anzi, in realtà i croissant sulla tavola del centrocampista romano sono sei. Tanti quanti i gol che la Lazio ha rifilato alla Juventus tra campionato e Supercoppa. Cataldi, magistrale sulla punizione del 3-1, è provato dalle fatiche di Riad, ma non sente la stanchezza.
È QUI LA FESTA?
La festa per il trofeo, il sesto dell’era Lotito, scatta al triplice fischio di Calvarese. Al King Saud University i giocatori intonano «Campeones, campeones» appena prima di alzare la coppa sotto il cielo stellato dell’Arabia Saudita. Medaglia al collo, giro di campo e foto di rito davanti ad un Cristiano Rolando impietrito. Questi gli attimi che precedono il party negli spogliatoi. Si brinda, si balla e si canta a squarcia gola. «Avanti Lazio famoje tre gol». Patric in piedi su un tavolo, tiene il tempo battendo i tacchetti e mostra la lavagna luminosa con il punteggio finale: 1-3. Magazzinieri, fisioterapisti, calciatori e dirigenti saltano e danzano di felicità. Il ds Igli Tare agita in aria a ritmo di musica la maglia celebrativa, Caicedo culla la Supercoppa tra le braccia.
DA RIAD A ROMA
Istantanee di una lunga notte, mentre le piazze di Roma si riempiono. I fumogeni biancocelesti colorano la sponda di Ponte Milvio più vicina allo Stadio Olimpico, l’inno della Lazio risuona ad alto volume con le bandiere al vento. Uno striscione recita: «Ancora noi». Il traffico è in tilt: le macchine avanzano lentamente. Scene simili in altri luoghi della Capitale, soprattutto nel centro storico. Intanto, in Arabia Saudita con l’aiuto degli smartphone i giocatori si mettono in contatto con l’Italia. Riad videochiama, Roma risponde. Due città unite nella festa biancoceleste.
“MANU” E LA TALPA
I calciatori salgono alla spicciolata sul pullman. Cataldi “prende di mira” Lazzari, ormai integrato nel gruppo: «Ci stavamo chiedendo dove fosse finita la talpa...». L’ex Spal non capisce e il classe ’94 continua: «La talpa che ha scavato la fossa in cui sei caduto in area della Juve nel secondo tempo». Ilarità generale e goliardia. Un clima che caratterizza anche il volo di ritorno fino all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino, nonostante le assenze, tra gli altri, di Immobile, Radu e Milinkovic, già in vacanza. Sono le 5 di mattina e al Terminal 3 sono più di mille i tifosi della Lazio, che attendono la squadra. Luis Alberto, Parolo, Strakosha, Acerbi, Correa e Cataldi sono portati in trionfo. Ovazioni anche per i gregari Bobby Adekanye, Proto, Vavro e Bastos, che a fatica riescono a guadagnare il pullman che li riporterà a Formello. «Alzate la coppa, alzatela ancora», l’invito dei tifosi ai loro beniamini. Lo scalo romano si paralizza per qualche minuto. Non mancano gli sfottò ai dirimpettai giallorossi: «A Roma vince solo la Lazio».
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