Lazio, Immobile mental coach: la delusione in coppa complica la vigilia del derby

Lazio, la delusione in coppa complica la vigilia del derby. Immobile mental coach
di Alberto Abbate
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Sabato 5 Novembre 2022, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 08:54

Aggrappati a Immobile motivatore. Sì, in campo non ci sarà domani, il bomber: la rincorsa col pallone si è esaurita già ieri mattina insieme alle ultime speranze residue. Appuntamento con la risonanza di dopodomani per capire solo se il rientro dell'attaccante potrà essere anticipato contro Monza e Juve, ma prima c'è un derby in cui si rischia di affogare. Negli occhi della Lazio restano lacrime, ansie e paure, due sconfitte consecutive, non era mai successo in questa stagione. Il giorno dopo l'ultima batosta, a Formello le facce sono spaesate, nella testa della Lazio è tornato il male. E, dopo un anno di ricadute, Sarri non sa più cosa fare. Immobile potrebbe andare in panchina comunque, ma già da giorni fa lo psicologo e il mental coach, sta cercando di trasmettere il suo veleno e di rialzare il morale. Mica semplice, l'ha spiegato il tecnico il motivo, dopo la brusca eliminazione dall'Europa League: «Anche nel cervello ci sono cilindrate. Col tempo qualche giocatore le assimila, ma non è facile». Tradotto: nel complesso, questa squadra è debole di carattere, di fronte alle avversità non sa reagire e si abbatte. È più frustante di un gioco mancante, la mancanza di convinzione. Dopo due ko, cresce la sfiducia e c'è davvero il pericolo di affondare. Eppure bisogna scongiurare che la settimana nera possa chiudersi con una disfatta nella sfida della sfide. Calma, o il dolore diventerà lancinante. Bisogna scrollarsi di dosso in poche ore questa depressione per non gettare al vento un avvio di campionato esaltante. Banditi sconforto e vittimismo. Eppure, dopo quanto successo contro la Salernitana con Manganiello, Sarri non è particolarmente felice nemmeno della designazione di Orsato, soprattutto perché teme le provocazioni giallorosse in agguato. In Italia gli ultimi errori hanno compromesso in parte il cammino, ma non può esserci certo un complotto internazionale contro la Lazio.

IL PROBLEMA DEGLI ARBITRI
Tuttavia, anche in Europa gli arbitri hanno sbagliato tanto: dall'espulsione di Lazzari sino al fallo di Hartman su Cancellieri non ravvisato - in occasione del gol del Feyenoord - e poi ammesso dal bosniaco Peljto a fine incontro.

In un discorso più ampio, Sarri si è convinto che il club capitolino non goda di troppa considerazione in giro, ma le sue denunce pubbliche (alla vigilia: «La Uefa è una vergogna») rischiano non solo di aver dato un alibi al gruppo, ma soprattutto di aver contribuito a creare un clima ostile intorno. Oggi l'allenatore resterà in silenzio, ma anche nell'ultima conferenza di Rotterdam ci è andato giù duro, dopo aver subito un arbitraggio condizionato dall'inferno degli spalti da cui piovevano cateteri e oggetti di ogni tipo: «Fossi Lotito non farei partecipare la Lazio alla Conference per come ci trattano, ma guai a snobbare questo torneo». Già, purtroppo ci aveva pensato Tare («La Coppa dei perdenti»), caduto nella legge del contrappasso e nella scontata frecciata di Mourinho. Lunedì la Lazio conoscerà il suo prossimo avversario del 16 e 23 febbraio (da evitare Basilea e Anderlecht nel sorteggio), ma domani c'è il primo crocevia dell'anno.

I PRESAGI POST-EUROPA
Si ritorna a pezzi a casa, dopo la decima sconfitta in trasferta in Coppa. Peggio di così non si poteva arrivare al derby d'andata, ma guai ora a farsi dare il colpo di grazia dalla Roma. È il momento di tirar fuori una vera prova d'orgoglio e di maturità. La invocano, Lotito e l'intera tifoseria. Anche se tutto sembra avverso, persino le statistiche contro i giallorossi subito dopo l'Europa. Solo dal 2009, ovvero dopo la nuova denominazione dell'ex Coppa Uefa, si è giocata ben 5 volte la stracittadina con tre sconfitte biancocelesti, un pareggio e appena una vittoria. Ciro si è arreso alla risonanza, non alla cabala: ha ricominciato ieri a Formello le sedute di psicoterapia con la squadra. Domani non ci sarà, sia fatta almeno la sua volontà.

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