ACCORDO
Proprio non ci voleva quello scivolone domenica, Lotito e Tare gongolavano per il mercato perfetto in difesa. L'exploit immediato di Bastos, la sorpresa di Wallace, la crescita di Hoedt, tutto perfetto per rendere un po' più indolore la cessione di de Vrij. A Formello giurano che Inzaghi voglia a tutti i costi i rinnovi di Keita (forti Valencia e Milan) e Biglia (Juve e Inter), Stefan può essere sacrificato. E, ironia del destino, rumors di mercato lo vogliono già promesso allo United per 35 milioni. Avete sentito bene, non a Conte a Londra, non al City di Guardiola o al Milan dopo il closing. Salvo rilanci a 40 milioni, prelazione all'accordo col Manchester dove, prima di sbarcare a Roma, de Vrij poteva approdare col maestro olandese Van Gaal: «Nessuno mi ha mai chiamato», aveva detto tempo fa. Invece ecco il richiamo al fronte dello Special One. La Seg ha già informato la Lazio, che avrebbe voluto rinnovargli il contratto. Dopo tre rifiuti, ecco la verità: a fine stagione de Vrij partirà.
RISCOSSA
D'oro il capo cosparso. Eppure prima senza un ginocchio, poi senza un metatarso: «Ho ancora un po' di fastidio, ma non è nulla di grave. Sono pronto a tornare». Sabato sera guiderà la riscossa a Genova: «Fa sempre male perdere un derby, ma è già il passato. Adesso dobbiamo subito rialzare la testa ed essere più intelligenti. La Samp è un avversario tosto, ma vogliamo tornare a vincere». Come la Lazio ha fatto con tutte le squadre che la precedono in classifica: «Forse ci manca qualcosa ancora per battere le big, ma questa squadra è forte come quella che due anni fa arrivò terza. Possiamo quindi raggiungere l'Europa, è il nostro obiettivo e siamo sulla strada giusta». Inzaghi, sino al deferimento (probabilmente a gennaio), potrà contare su Lulic: come avvenne per Sarri con Mancini, vuole studiare bene le dichiarazioni, l'ex prefetto Pecoraro. Che al momento non vede razzismo, come l'amico Lotito intercettato ieri a piazza Sant'Eustachio da alcuni tifosi: «Che facciamo sul mercato a gennaio? Ci copriamo». Niente dinamo.
Alberto Abbate
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