Lazio, il Tuco magico per il mondo dei sogni

FOTO ROSI
di eMILIANO bERNARDINI
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Venerdì 26 Aprile 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10:38
Centocinquanta giorni per tornare a toccare il cielo con un dito. Dal Milan al Milan. Dal 25 novembre in campionato al 24 aprile in Coppa Italia. C’è sempre il nome di Correa in prima pagina. Un esterno destro sotto le gambe di Reina per prendersi la finale del trofeo Nazionale e riportare la Lazio in Paradiso. Corre come il vento, un coast to coast per far esplodere i quattromila laziali presenti a San Siro. Eccolo quel gioiellino tanto atteso. Esplode nel momento più buio ricolorando il cielo di biancoceleste. In testa a tutte le statistiche della partita con quattro tiri in porta e tre occasioni da gol. In due occasioni Reina è stato prodigioso, poi quel Tucu di classe che ha scaraventato il Diavolo per terra. Un rete che ha infranto anche l’imbattibilità dei rossoneri in questa Coppa Italia e interrompe dopo 313 minuti la mancanza di gol tra Milan e Lazio nel trofeo.
 
L’UOMO IN PIÙ
Tutti pazzi per il Tucu. In tanti hanno messo gli occhi su quell’argentino che a gennaio aveva addirittura chiesto la cessione. Inzaghi lo impiegava poco e lui smaniava per giocare. Ora Correa vale oro. Il Napoli è in prima fila per averlo ma a smorzare ogni velleità di De Laurentiis ci ha pensato il portavoce del club laziale Arturo Diaconale: «Correa piace ad Ancelotti? Correa piace molto anche a Lotito e ai laziali». Già perché l’argentino è stato, dopo Zarate, l’acquisto più oneroso fatto dal presidente biancoceleste. Correa è costato 16 milioni più 3 di bonus a cui andrà aggiunto un altro 15% da una futura cessione del giocatore che ha un contratto fino al 2023. Sei i gol realizzati dal numero 11 laziale. Una andamento alterno un po’ come la Lazio. Correa è l’emblema di questa squadra: grandi mezzi tecnici ma scostanti di testa. Eh già perché l’argentino più volte è stato al centro delle critiche per quel suo ciondolare senza meta nel campo. Ha bisogno di coccole e fiducia. Quando ne ha diventa devastante. Proprio come a San Siro. Soffocante e commovente l’abbraccio dei compagni dopo la rete.

QUI FORMELLO
L’euforia deve necessariamente lasciare spazio alla ragione. La finale di Coppa Italia da sola non può bastare a salvare la stagione. La Lazio deve necessariamente entrare in Europa. La Champions è utopia anche se non è matematicamente sfumata. Niente riposo. Ieri tutti in campo per la seduta di scarico. A Marassi non ci saranno Luis Alberto e Milinkovic, squalificati per il rosso rimediato con il Chievo. Ai box c’è anche Radu: si è fermato di nuovo per un problema alla caviglia. Oggi si comincerà a capire meglio che Lazio giocherà contro la Sampdoria. Possibile conferma in difesa per il trio Luiz Felipe, Acerbi e Bastos. Dubbio sulla corsia di destra tra Romulo e Marusic. Lulic confermato a sinistra a sinistra, in mezzo ai fianchi di Leiva potrebbero esserci Parolo e Cataldi che si gioca una chance importante. Davanti Immobile e uno tra Correa e Caicedo. Un ballottagio apertissimo. Ma Inzaghi potrebbe sorprendere tutti lasciando Ciro in panchina. 
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