Lazio, la finale con l'Atalanta è da 10 e lode

Lazio, la finale con l'Atalanta è da 10 e lode
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 15 Maggio 2019, 07:30
La Juventus guarderà da casa. Non era mai successo negli ultimi quattro anni. A Roma ha fatto sempre la protagonista parlando di Coppa Italia. Scudetto e trofeo Nazionale accoppiata fissa. Stavolta no. Stasera all’Olimpico si confronteranno le due più belle realtà del nostro campionato. Diverse ma in fondo così uguali. Lazio e Atalanta. Idee, gioco, volti nuovi e due allenatori che hanno rubato la scena. Inzaghi contro Gasperini. Il primo vuole vincere per ricolorare di biancoceleste una stagione che ha finito per assumere tinte grigie a causa di un campionato non all’altezza della squadra, il secondo vuole mettere nella bacheca nerazzurra il secondo trofeo della sua storia e chiudere una stagione esaltante con una ciliegina. Motivi diversi, storie diverse ma stessa voglia di lottare. Ci vorrà davvero le fisique du role per alzare la coppa al cielo di Roma. Per i biancocelesti è la decima finale, per l’Atalanta si tratta della quarta. Entusiasmo alle stelle per un appuntamento che nasce sempre con poco interesse ma che quando arriva all’ultimo atto lascia in bocca l’amaro a chi non c’è creduto e il sapore dolce di essere protagonisti a chi è in campo. D’altronde con una Juventus cannibale, la Coppa Italia, il secondo trofeo assegnato in Italia, rappresenta motivo d’orgoglio. E non solo perché, a chi la vince, regala la chance per andarsi a giocare anche la Supercoppa. Diffidate, dunque, da chi la definisce un porta ombrelli.

QUESTIONE D’ESPERIENZA
I biancocelesti sono diventati specialisti delle coppe: quinta finale degli ultimi dieci anni, a cui vanno aggiunte anche tre supercoppe. Il bilancio è di quattro successi per la Lazio che se l’è sempre vista con la Juventus campione di tutto in Italia, una con l’Inter del triplete di Mourinho e una con la Sampdoria. Curiosità le vittorie sono sempre arrivate negli anni dispari: 2009, 2013 e 2017. La squadra d’Inzaghi non c’arriva certo da favorita, anche se ad inizio anno sulla carta non c’erano paragoni. In campionato, 10 giorni fa, l’Atalanta gli ha imposto una severa lezione e in campionato viaggia con 7 punti di vantaggio. Dalla sua però ha l’esperienza di una squadra “abituata” a giocarsi una finale. I ragazzi di Gasperini, invece, ci arrivano più spensierati, galvanizzati dal periodo d’oro che stanno vivendo ma con meno esperienza rispetto ai biancocelesti. D’altronde la finale più recente giocata dalla Dea risale alla stagione 1995-96. Basti pensare che più della metà della rosa attuale si reggeva appena in piedi e i “vecchietti” Gomez e Ilicic avevano 6 anni. Sarà una sfida senza esclusione di colpi. Ci vorrà soprattutto la testa quella che ogni tanto la Lazio spegne e che troppe volte le è costata punti e sorrisi.

PUNTI DEBOLI
Lo sarà per il modo in cui le due squadre giocano. Il modulo fantasia della Lazio opposto al calcio a mille all’ora dell’Atalanta. Moduli simili. I biancocelesti possono essere letali sui contropiedi, punto debole dei nerazzurri che giocano con una difesa molto alta e lenta. Anche a centrocampo De Roon e compagni vanno in difficoltà. Succede quando vengono pressati in fase di costruzione soprattutto nella loro metà campo. La Lazio dovrà, invece, evitare di lasciare troppo il pallino del gioco in mano ai ragazzi di Gasperini, stare attenti alla velocità dei suoi attaccanti e limitare al massimo la fantasia di Gomez. Fischio d’inizio alle ore 20,45 arbitra Banti. Massima allerta per la sicurezza, mille agenti a presidiare i vari varchi d’ingresso. Strade chiuse dalle 16.
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