Lazio, con il Tucu magico Inzaghi trova l'equilibrio

foto ROSI
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Sabato 28 Novembre 2020, 07:30

Da spaccapartite a titolare inamovibile. La maturazione di Correa adesso è incredibile. Decisivo con una prodezza a Crotone, fenomenale contro lo Zenit per la continuità di prestazione. Ora non è più solo un Tucu di classe, con fiammate improvvise e assenze ingiustificate. Ora ha ritrovato la Nazionale perché alla Lazio è diventato indispensabile. Non è un caso che, con 872’ in campo e 11 gare (su 12 fra campionato e coppe), sia il terzo giocatore biancoceleste, davanti a Milinkovic, Luis Alberto e Immobile. Per carità, il Coronavirus ha fatto la sua parte, ma Inzaghi non ci sa comunque più rinunciare. E pensare che dei big sembrava l’unico sacrificabile per una cifra vicina ai 60 milioni (ha una clausola da 80) nelle casse, Lotito ha respinto l’assalto della Juve quest’estate. 
PREZZO ALLE STELLE
Con questo rendimento il suo prezzo può davvero schizzare alle stelle. Joaquin avrebbe bisogno di riposare, non si è mai fermato con una sola eccezione: aveva avuto un colpo della strega contro l’Atalanta a inizio stagione. Da allora Correa non è più uscito e Simone pensa di schierarlo anche domani contro l’Udinese. Martedì ha disputato forse la sua miglior gara della carriera biancoceleste. Non ha segnato, ma i suoi numeri lo esaltano quanto i gol d’Immobile: 3 occasioni create, 1 assist, 6 dribbling su 6 riusciti, 46 tocchi, 31 passaggi con quasi il 90% di precisione. Deve ancora migliorare sotto porta il suo score, ma valgono come reti i suoi assist e le sue accelerazioni. Per questo se Caicedo domani dovesse avere una chance di giocare, sarebbe solo perché mercoledì si vola a Dortmund in Champions e Joaquin servirà come il pane per chiudere la qualificazione.


VERSO LA PACE
Magari si rivedrà in tribuna pure il dt Peruzzi: il litigio con Lotito può rientrare dopo una serie di contatti.

Favoriti da Inzaghi, convinto ora a rinnovare purché non siano sconvolti gli assetti tecnici. Ora però bisogna pensare a domani senza troppi calcoli: il tecnico avrebbe rimesso Luiz Felipe al centro della difesa volentieri, ma deve fare i conti coi suoi nuovi malanni. Il brasiliano è guarito dal Covid, ma si trascina dalla Juve una ricaduta alla caviglia infortunata a settembre e sta lavorando in palestra da due giorni. Al suo posto dunque toccherà di nuovo a Patric, mai troppo considerato da molti, ma non da Inzaghi. Lo spagnolo è addirittura al secondo posto per minuti (904’) dietro il primatista (1080’) Acerbi. E pensare che in questa speciale classifica di solito trionfano i portieri, Reina e Strakosha però si stanno dividendo i pali: solo nelle prove odierne si capirà chi il mister sceglierà per domani.


JOLLY DI FASCE
A centrocampo ballottaggio Leiva-Cataldi, insieme a Luis Alberto torna invece Milinkovic. Sulle fasce Fares e Lazzari, ma il terzino più utilizzato sinora è quello che meno d’aspetti: in assenza di capitan Lulic (di nuovo in giro per l’Europa a curarsi), toccano sempre a Marusic gli straordinari. Oltretutto il serbo è diventato un sostituto jolly: a destra o a sinistra, garantisce il fisico e gli stessi piedi. Proprio lui che spesso era stato criticato per i suoi continui acciacchi: l’anno scorso 15 presenze totali, oggi è già a 11 (quarto gradino biancoceleste) con 795’ giocati. Il rischio di finire in panchina crea spesso nuovi stimoli. La concorrenza a volte fa addirittura miracoli. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA