Lazio, il sogno azzurro di Cataldi e la chiamata a Sarri

Lazio, il sogno azzurro di Cataldi e la chiamata a Sarri
di Alberto Abbate
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Martedì 9 Novembre 2021, 00:07

Rinasce con la Lazio, ora ha gli occhi azzurri. Sogna, Cataldi. Era nell’aria la convocazione di Mancini, è arrivata dopo le defezioni con l’Italia di Zaniolo e Pellegrini. Insomma, è biancoceleste anche il derby dei destini invertiti. Fuori i romanisti infortunati, Cataldi si rialza invece in meno di 24 ore dalla botta al fianco, che aveva costretto Sarri a sostituirlo contro la Salernitana negli ultimi minuti. Solo una contusione, il centrocampista non si sarebbe mai perso questa chance dopo gli stage con Conte e Ventura appena annusati. Dopo la prestazione con l’Atalanta a Bergamo, Danilo aveva ricevuto i complimenti, si aspettava una chiamata dal ct. Non è un caso che il telefono abbia squillato proprio ieri. A 23 anni si stava per sposare e aveva dovuto rimandare il matrimonio per l’Under 21 (20 presenze e due gol) e gli Europei. Quattro anni dopo, a 27, Cataldi ha dovuto sospendere il trasloco sulla Cassia per raggiungere a Coverciano i compagni, Immobile e Acerbi: «Non ti sei mai abbattuto ed hai avuto una forza immensa. Te lo meriti davvero, amore mio – il messaggio su Instagram della moglie Elisa – perché sei un esempio per forza e determinazione. Piango di gioia, anche se mi mancherai». 

COME LUI SOLO ALTRI SEI

Mancherà tanto anche a Tommaso (per papà Tommy), il figlioletto di due anni a cui Cataldi ha promesso di riuscire stavolta a esordire in azzurro con la maglia 32 - o, in alternativa, la 5 - con la Svizzera o l’Irlanda del Nord. Danilo video-chiama la famiglia alla fine di ogni partita in trasferta con la Lazio, ha scelto il nome del suo bimbo in onore di Maestrelli per trasmettergli la stessa fede del calcio. Romano e laziale, non c’è dubbio. Dai tempi di Alessandro Nesta, mica uno qualunque, non c’era un simile orgoglio. In mezzo, Antonio Candreva, convocato sì quando indossava la maglia biancoceleste, ma di nascita non certo tifoso. Prima di loro soltanto altri quattro capitolini laziali convocati in azzurro: Fulvio Bernardini, Attilio Ferraris, Francesco Gabriotti e Bruno Giordano. E allora anche la società celebra Danilo: «Complimenti», c’è scritto a lettere cubitali nell’annuncio.
 

LA RINASCITA IN PANCHINA

In pochi mesi si è capovolto il suo mondo.

Cataldi ha chiamato subito Sarri per ringraziarlo, ma il mister gli ha risposto: «Ti sei guadagnato tutto da solo». D’altronde, Danilo è l’uomo che ha fatto ritrovare pure l’equilibrio a Maurizio e a tutto il centrocampo. Incomprensibile come un regista così per anni sia finito nel dimenticatoio. È vero, era stato tormentato da qualche infortunio di troppo, ma Inzaghi non lo aveva mai considerato. Il cambio in panchina, lo stimolo nuovo e decisivo: il centrocampista ha persino rinunciato alle vacanze pur di convincere il nuovo tecnico. Con fiducia, dinamismo e lanci alla Veron, sembra esserci riuscito: «Danilo è forte, lo volevo già ai tempi di Empoli – ha rivelato Sarri – e ora finalmente ha capito il suo ruolo». Da playmaker, Cataldi si è ripreso la Lazio e la Nazionale, ma è solo l’inizio: lui è più “anziano” di Milinkovic e da titolare ora può legarsi la fascia da vice-capitano al braccio. Intanto scavalcato a suon di prestazioni il monumento Leiva, che andrà in America a chiudere la carriera a giugno. L’allenatore voleva Torreira in estate dal mercato, ma alla fine ha trovato in casa il sostituto. Mancini ci ha pensato tanto, ora Cataldi vuole sorprenderlo subito e conquistarsi un posto ai mondiali in Qatar fra un anno. C’è tempo per far diventare ancora più reale questo sogno. 

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