Lazio, dagli stipendi alla preparazione passando per il mercato: così è svanito il sogno

Lazio, dagli stipendi alla preparazione passando per il mercato: così è svanito il sogno
di Alberto Abbate
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Mercoledì 22 Luglio 2020, 07:30
Addio scudetto dopo il ko allo Stadium. Per carità, manca un solo punto per l’obiettivo dichiarato Champions, ma a Formello resta comunque il rimpianto. Mai più un simile crollo, mai più una rosa così corta il prossimo anno per coltivare di nuovo il sogno. Non si poteva preventivare il Coronavirus, ma bisognava intervenire a gennaio non solo (tentativo per Giroud) in attacco, ma pure in mediana con Leiva già in ginocchio. Inzaghi avrebbe potuto gestire le rotazioni prima (anche con gli Anderson e Adekanye) e meglio, ma lunedì ha affrontato la Juve con un numero d’infortunati (8) record. La preparazione sbagliata ha inciso, finalmente anche Tare ha svelato l’arcano: «Le prime 4 settimane dopo il lockdown eravamo molto felici della squadra. Quando abbiamo iniziato ad allenarci in gruppo sono successe cose che non ci aspettavamo». In particolare i problemi sono iniziati quando le prove si son spostate dal campo ridotto a quello intero. Lì sono arrivati tutti gli infortuni, uno dietro l’altro. Si farà un punto con lo staff tecnico a fine campionato. Si sarebbe dovuto iniziare con la palestra e non col pallone, il preparatore Ripert ha ammesso: «Nel primo periodo di stop abbiamo puntato sulla rigenerazione fisica senza carichi di lavoro, poi la quarantena ha sconvolto ogni nostro piano al rientro». Parolo ha portato il nuovo nutrizionista Fabbri, approvato da Inzaghi e Tare, ma i suoi metodi hanno irritato il reparto sanitario, per l’assenza nella nuova dieta di carboidrati necessari per avere più forze in campo. Lotito ha convocato lui e Pulcini a Villa San Sebastiano per avere un confronto, l’impressione è che qualche testa (anche fra i fisioterapisti) possa saltare già ad agosto. 
IL TAGLIO
Eppure la Lazio lunedì ha dimostrato di saper ancora correre (oltre 5 chilometri percorsi più della Juve, meglio negli anticipi, sopratutto nel primo tempo) e lottare in campo. Quindi prima s’è inceppato pure qualcosa nel “cervello”. Inutile nascondere come lo spogliatoio sia rimasto scocciato dal taglio degli stipendi di Lotito, che durante il lockdown aveva promesso il contrario. In particolare gli stranieri (Luis Alberto e Milinkovic) infastiditi dall’atteggiamento, dopo aver rispettato il diktat di rimanere in Italia in attesa dalla ripresa del campionato. Qualche giorno fa il presidente si è affrettato a pagare febbraio e maggio per togliere ogni alibi al gruppo, ma il discorso stipendi aveva già influito in negativo. 
MUGUGNI
Nonostante qualche mugugno del resto dello spogliatoio (pure sul prossimo ritiro del 23 agosto, con appena due settimane di riposo), i senatori Lulic, Parolo e Immobile avevano comunque trovato l’accordo sul taglio degli ingaggi (marzo saltato e aprile pagato nel prossimo bilancio) con Lotito. Eppure anche Ciro nelle ultime settimane ha cominciato a esternare qualche fastidio. Pubblicamente Immobile assicura di non essere ossessionato dalla Scarpa d’oro, ma da Formello assicurano sia quella la spiegazione del suo crollo emotivo. La Lazio deve crescere in personalità a livello collettivo per lottare di nuovo e meglio per lo scudetto il prossimo anno. Serva a tutti da insegnamento, ma godiamoci la Champions. 
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