Lazio, Milinkovic e la sua settimana da Dio

Lazio, Milinkovic e la sua settimana da Dio
di Daniele Magliocchetti
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Sabato 10 Ottobre 2020, 07:30

Una settimana da impazzire. E’ definitiva la consacrazione di Sergej Milinkovic. Domenica sovrasta tutti, sale in cielo e con una zuccata ferma l’Inter di Conte, due sere fa entra a dieci minuti dalla fine e con due perle regala alla Serbia una notte magica e la finale per accedere a Euro 2020, eliminando bomber Haaland. Un piccolo antipasto della sfida di Champions col Borussia Dortmund. Una serata che il campione della Lazio non dimenticherà mai: in appena venti minuti è diventato il leader tecnico indiscusso di un’intera nazione. Adesso tutti impazziscono per lui, in patria è diventato un idolo, quasi un Re. «Ancora non ci credo che ho segnato i miei primi due gol con la nazionale in una partita storica come questa», ha detto a fine gara. Festeggia la Lazio, ma anche e soprattutto la Serbia che ora il 12 novembre a Belgrado aspetta la Scozia per la partita delle partite La gara che deciderà chi andrà ad Euro 2020.
NOTTE DA STAR
La squadra di Milinkovic giocava a Oslo con la Norvegia di Haaland una gara da dentro o fuori. Lo spareggio per andare avanti e guadagnarsi la finale per uno dei quattro posti in palio per la fase conclusiva degli europei. Alla vigilia, in effetti, c’era stata un po’ di polemica per l’esclusione di Milinkovic a vantaggio di Djuricic, la mezzala del Sassuolo. I maligni, in patria, sostengono che sia stato capitan Tadic a decidere, ma poco importa. Conta quanto è accaduto sul rettangolo di gioco, con il 21 della Lazio che ha prima sfruttato al meglio una punizione di Kolarov e un batti e ribatti in area, portando in vantaggio la Serbia con un semplice tap-in nella piccola area. I padroni di casa rispondevano sette minuti dopo col pareggio. Supplementari e Milinkovic sale in cattedra con un colpo di genio, un pallonetto in diagonale, sempre dalla piccola area, che si andava ad infilare delicatamente all’interno della porta. Apoteosi. Il biancoceleste è stato celebrato e festeggiato dai compagni e da tutti i media nazionali. «Adesso non deve uscire mai più» oppure «Sergej sempre in campo,vale più di 120 milioni». Per il ct Tumbakovic si è trattata di “una strategia programmata ad inizio gara”, insomma, tutto previsto. Ora la Lazio lo attende, sperando che non venga spremuto nelle prossime due gare di Nations League. Al ritorno ci sarà un bel tour de force per Sergej. Lui e Luis Alberto dovranno guidare la squadra all’assalto del campionato e dei gironi di Champions League. E con un talento che fa quelle magie si può solo sognare ad occhi aperti.
MISTERO VAVRO
Da Sergej a Denis Vavro il passo è breve.

Lo slovacco, dato per infortunato e alle prese con la pubalgia, salta le prime tre gare di campionato della Lazio con la difesa in assoluta emergenza, ma viene convocato in nazionale e gioca ben 112 minuti, risultando uno dei migliori in campo nella sfida con l’Irlanda. Una bella sorpresa, ma anche un piccolo rimbrotto per Inzaghi che se avesse avuto il difensore a disposizione, forse Radu e Bastos non si sarebbero infortunati. C’è anche la possibilità che il giocatore non si sentisse pronto, ma se fosse così allora sarebbe grave. A Genova con la Samp, Simone potrà contare su un centrale in più. E di questi tempo non è poco. Anzi.

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