Lazio, cinque spine nella rosa di Inzaghi

Lazio, cinque spine nella rosa di Inzaghi
di Alberto Abbate - Emiliano Bernardini
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Martedì 29 Dicembre 2020, 07:30

IL RINNOVO

Fra pochi giorni sarà libero di firmare con chi vuole. Il rinnovo d’Inzaghi rimane la questione assolutamente più scottante. Dopo Bruges aveva detto no al prolungamento, l’allenatore, non s’accontenta più di 2,3 milioni più bonus a stagione. Ne pretende almeno 3, anche se la moglie Gaia continua a ribadire: «Certo che sogna di rimanere a vita in biancoceleste». Il 9 dicembre il presidente in una telefonata al tecnico gli ha proposto il prolungamento di un anno senza però adeguamento del contratto. La verità è che la prima offerta di Lotito è quasi una provocazione perché il presidente è insoddisfatto e indeciso se proseguire il ciclo con Simone. Inzaghi ha risposto chiedendo garanzie per gennaio e sul progetto futuro. Secca la replica del numero uno biancoceleste: «Pensa ad arrivare tra i primi quattro». Inoltre avrebbe fatto capire che a gennaio difficilmente arriveranno rinforzi. Da agosto le parti continuano a riflettere. Nel prepartita di San Siro lo ha ammesso pure Tare: «Ci sarà un incontro per valutare quanto fatto in questi 4/5 mesi e poi vedremo cosa dovrà succedere». Anche il lavoro del diesse (legato sempre più a Simone) e l’imminente sessione di mercato invernale saranno argomenti del vertice. Tutti e tutto sono in discussione. Il presidente ha ancora tanta voglia di rivoluzione, anche se di solito prevale l’affetto “familiare” e cambia idea alla fine.

LO SPOGLIATOIO

Più difficile nel post lockdown la gestione di uno spogliatoio che sembrava granitico. La crisi economica scatenata dalla pandemia mondiale ha costretto anche la Lazio a chiudere il pozzo. Il taglio di due mesi di stipendio non è stato preso bene da più di un elemento del gruppo e qualcuno è uscito allo scoperto. Anche perché nell’accordo che era stato stretto in un primo momento prevedeva il taglio di una sola mensilità. E così in principio Acerbi parlando del rinnovo del contratto e poi Luis Alberto con parole al vetriolo in occasione della presentazione del nuovo aereo hanno fatto polemica. Il caso dello spagnolo, utilizzato poi a Crotone contro la volontà di Lotito, ha portato  il dt Peruzzi alle dimissioni poi rientrate dopo un nuovo confronto con il presidente. Ma la squadra è piena di focolai pronti a esplodere al momento giusto: dopo l’esclusione a San Siro, tocca a Caicedo, furioso per la mancanza di rispetto dettata  a Inzaghi dall’alto. Oltretutto l’ecuadoregno, rimasto sempre in silenzio, adesso comincia a fare paragoni con chi, a differenza sua, ha parlato troppo e neanche ha pagato la multa che avrebbe dovuto. un clima che non ha certo giovato alla squadra che aveva compensato il gap tecnico con le altre soprattutto con la compattezza del gruppo. 

GLI INFORTUNI

Ostaggi di Lulic. Un po’ per riconoscenza, un po’ per il senso di colpa legato al calvario, la Lazio ha aspettato il capitano dal 5 febbraio, ma dopo quasi un anno non può più permetterselo. Il campionato non attende nessuno e la squadra di Inzaghi ha già accumulato ritardo. Inoltre a Formello continuano a non preventivare la fragilità di qualche altro elemento che non viene mai risparmiato: Luiz Felipe e Correa troppo spesso ai box, Leiva ha un’età (vedi l’ultimo stiramento) e spesso è ancora alle prese con i capricci del suo ginocchio operato. La sfortuna ha fatto il resto con highlander Acerbi in questo finale d’anno: 
senza l’ex Sassuolo, la difesa diventa un colabrodo. Anche Correa è finito ko: problema 
al soleo.

E’ corsa contro il tempo per riaverlo a disposizione per il derby del 15 gennaio. Nonostante la rivoluzione nello staff medico l’infermeria non si svuota. In estate sono stati mandati via alcuni fisioterapisti e inserito il prof. Franceschi come consulente ortopedico (seppur non presente ufficialmente nello staff). Oltre ai ko poi si è dovuto fare i conti anche con il Covid: qualcuno è stato scientificamente colpito, qualcun altro (vedi Immobile) è rimasto fuori in alcune gare senza sapere tutt’oggi se è mai stato contagiato, nonostante il tam tam mediatico. 

IL MERCATO

Dopo 4 mesi è possibile trarre un primo bilancio, specie dopo la prestazione horror di Muriqi a San Siro. In Turchia scrivono addirittura che il kosovaro (zero reti dopo 10 gare come ai tempi di Vignaroli) potrebbe tornare in prestito (come il fuori rosa Vavro) per sei mesi al Fenerbhace, ma la Lazio smentisce. Certo è che né lui né gli altri nuovi acquisti hanno davvero dato una mano a Inzaghi sinora in questa stagione. Per questo sotto processo, sia di Lotito che dei tifosi, adesso c’è pure il direttore sportivo Tare: già negli ultimi due anni aveva più di un colpo (Berisha, Jony, Adekanye, per esempio) sbagliato sul groppone, stavolta ci sono 30 milioni spesi come aggravante. Soprattutto se li hai fatti sborsare per un attaccante e Fares, senza risolvere in difesa con l’ex Hoedt il problema principale. Sono solo buoni rincalzi a centrocampo Akpa Akpro ed Escalante. Centrato solo l’acquisto di Reina in porta, un secondo diventato già titolare. A gennaio si valuteranno solo colpi a zero oppure occasioni last minute ma sempre a costi ridottissimi. Ecco perché si sta pensando di riportare in bianceleste Romulo (ora svincolato) dopo i mesi trascorsi nella Capitale nel 2019. «Tornare a casa sarebbe bello» ha dichiarato il centrocampista. L’altro nome che circola per la fascia è Augello della Sampdoria. Trattativa complicata.

LA DIFESA

Adesso sono 23 le reti incassate dalla difesa biancoceleste in 14 giornate, è il peggior dato degli ultimi 60 anni dopo le 26 del 1983. Preoccupa la facilità con cui la Lazio subisce. C’è il liscio di Muriqi e la mancata marcatura di Luis Alberto nel gol preso al 93’ da Theo Hernandez. Allo stesso modo Rebic aveva sbloccato il big match dopo il fischio iniziale: salgono a 5 le reti incassate da calcio da fermo dalla formazione biancoceleste. Peggio, in questo campionato, hanno fatto solo tre squadre. C’è sicuramente un problema di concentrazione che Inzaghi deve risolver. Questa sosta natalizia mette a nudo i vari problemi difensivi della Lazio che, con i tre gol subiti contro il Milan, ha subito 23 reti nelle prime 14 giornate: lo scorso anno lo stesso numero di gol incassati arrivò alla 25esima giornata. Il reparto arretrato dei capitolini, complici infortuni e continui avvicendamenti, è solamente il decimo complessivo della Serie A, ma il secondo per marcature incassate nei primi 45 minuti: i ragazzi d’Inzaghi, infatti, nella prima frazione hanno incassato 15 gol, due solamente in meno del Crotone, peggior formazione sul punto. Nelle prime 14 uscite sono stati tre i clean sheet dei romani (arrivati con Cagliari, Crotone e Napoli).

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