Non chiamate fortuna un segno tangibile e distintivo. Il motto «Non mollare mai» si materializza negli occhi e nei piedi d’Immobile e Caicedo. Questa Lazio ha il fuoco dentro. Così Inzaghi può pure smettere d’avere il solito cruccio: «Sarebbe bello potersela giocare al massimo». Forse non per questo gruppo. Che nella sofferenza trova un valore aggiunto e trasforma ogni cattivo presagio in un sogno. E’ successo per la seconda volta a Torino: i biancocelesti rischiano il capitombolo, al novantottesimo ribaltano con due reti il risultato nel recupero. Replay ancora più al cardiopalmo di quanto accaduto lo scorso 30 giugno. Allora al rigore di Belotti avevano risposto ben prima Ciro e Parolo. La rimonta però adesso diventa sempre più un marchio, è impressionate il dato. In tutto il 2020, la squadra d’Inzaghi ha recuperato ben 23 punti rimontando l’avversario con una vittoria o un pareggio: Brescia - Lazio 1-2, Roma - Lazio 1-1, Lazio - Inter 2-1, Lazio - Fiorentina 2-1, Torino - Lazio 1-2, Lazio - Cagliari 2-1, Verona - Lazio 1-5, Lazio - Inter 1-1, Torino - Lazio 3-4. E se si calcolano le ultime due stagioni, 2019-2020 e 2020-2021 (ancora in corso), i punti conquistati da una situazione di svantaggio diventano 29, al netto dello 0-1 iniziale per il nemico. Nessuno in Europa (sono dietro Atalanta a 28 e a 25 il Liverpool) ha fatto meglio.
PRINCIPIO
Chissà se anche stavolta il ribaltone può rappresentare la svolta dell’anno. Nella passata stagione il 3 a 3 finale con l’Atalanta aveva dato il via a un cammino record. Il 7 dicembre i biancocelesti saltano sopra la Juve di Ronaldo (l’8 novembre, prossima sfida di campionato), alla sedicesima giornata sul Cagliari e alla prima del 2020 a Brescia con un doppio Ciro. Il 5 febbraio contro l’Inter tocca ancora a Immobile, ma sopratutto a Milinkovic fare Conte al rovescio. E’ l’attimo in cui la Lazio comincia davvero a credere allo scudetto, sin quando il Coronavirus non invade anche il calcio. Nel post lock-down purtroppo c’è tutto un altro spartito. Inzaghi perde un uomo dietro l’altro, ma non lo spirito: è la Fiorentina, prima del Toro già citato, a subirne le spese con la Scarpa d’oro dal dischetto e Luis Alberto. Il Mago (positivo) sta mancando più di ogni altro in questo momento, ma la sua assenza non intacca la capacità innata di rimonta della Lazio.
CICLO
Gli attributi non emergono solo dal campione in questo spogliatoio.