Immobile aveva fame. Il gol con la maglia della Lazio mancava dal 7 febbraio, un digiuno mostruoso per un serial-bomber come Ciro. E allora contro il Benevento ha fatto praticamente tutto lui, a partire dall’autogol provocato, passando per il tanto sospirato centro numero 150 in serie A, per il primo rigore ceduto fraternamente a Correa e per il secondo penalty calciato sulle mani di Montipò. Fino a subire il fallo che ha provocato l’annullamento del 4-3 dei campani e a firmare la doppietta che ha chiuso i conti di una partita pazza. È stata la nona consecutiva vinta all’Olimpico dalla squadra di Simone Inzaghi (ancora in smart working causa Covid). Una serie che la Lazio non centrava dal ‘36 e dal ‘50 e che le permette di entrare negli specchietti della Juve battuta a Bergamo e quarta, lontana 4 punti, ma con una partita in più. Tra i biancocelesti e il ritorno in Champions c’è anche il Napoli, che la Lazio sfiderà al Maradona giovedì sera in un vero e proprio spareggio.
Non aveva fame la Roma, virtualmente eliminata dalla corsa al quarto posto dopo il ko per 3-1 sul campo del Torino.
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