La gioia di Caicedo: «Che bello segnare sotto la Curva Nord»

Caicedo (foto Marco Rosi)
di Daniele Magliocchetti
2 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Aprile 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 14:08

Un tocco, un gol e via. Caicedo affonda l’Udinese, chiude la pratica e riapre la corsa Champions. Non c’è proprio niente da fare, quando l’attaccante ecuadoriano apre le danze, la Lazio vince sempre. E’ davvero lui l’unico e vero talismano di Inzaghi. Da questo punto di vista nessuno ha i suoi numeri in rapporto ai punti totalizzati in base alle sue reti. Quando la Pantera segna e porta in vantaggio la sua squadra, alla fine sono sempre tre punti. E tutti importanti, pesantissimi come erano quelli con la formazione friulana, il recupero della 25ª giornata. Per lui è in quinto sigillo in campionato, gli altri siglati con Genoa, Empoli, Frosinone e Roma. Tutti in apertura di match. Una sicurezza, insomma, visto che si sono tradotti in 15 punti totali. Non solo. Con l’Udinese, Felipe ha giocato la tredicesima gara da titolare in serie A e anche qui i numeri non sono affatto male, visto che ha collezionato undici vittorie, un pareggio e una sconfitta ad inizio stagione con l’Inter in casa. Rispetto all’anno scorso un percorso completamente diverso e decisamente più incisivo. Non riusciva ad esserlo così da anni.

GOL E CARATTERE 
Niente male per essere un bomber di scorta. Grazie alle reti e alle prestazioni, il biancoceleste è diventato un beniamino della tifoseria. Anche ieri, quando Inzaghi l’ha tolto a venti minuti dalla fine per far posto a Badelj, la gente si è alzata in piedi dedicandogli l’ennesima standing ovation. Se Immobile fa cilecca, ci pensa lui a risolvere i problemi. Sempre a disposizione, mai una parola fuori posto nonostante parta sempre dalla panchina, soprattutto dopo che il tecnico ha cambiato assetto, con Correa e bomber Ciro lì davanti. Ma lui, anche se parte spesso dalle retrovie, quando viene chiamato in causa, difficilmente tradisce. Realizza gol importanti e quando non ci riesce, è uno di quelli che spicca per impegno e dedizione. Non è elegante nei movimenti, anche se la tecnica non gli manca, ma è concreto, segna spesso gol belli, e in questa stagione è riuscito a ritagliarsi un posto importante nella squadra. Non solo per quello che fa in campo, ma anche all’interno dello spogliatoio. Pensare che l’estate scorsa è stato vicinissimo all’addio, poi, per una serie di circostanze la società e lo stesso allenatore ci hanno ripensato. E, vedendo quanto sta facendo in campo, sembra sia stata un’ottima scelta. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA