Lazio, Acerbi: «La Champions è uno stimolo. Guai a chi non ce l'ha»

Francesco Acerbi, foto Rosi
di Valerio Cassetta
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Mercoledì 17 Luglio 2019, 21:54
Leader in campo e fuori. Francesco Acerbi tiene alta l'attenzione in casa Lazio. Al termine della seconda amichevole del ritiro di Auronzo, vinta 12-0 contro la Top 11 Radio Club 103, l'ex Sassuolo parla del momento che sta vivendo la squadra in conferenza stampa:

Ambiente. «Quest'anno vedo comunque molta complicità tra di noi. Ci conosce ancora di più. C'è molto entusiasmo per affrontare questa nuova stagione. Sarà difficile, ma stiamo lavorando qualitativamente con intensità. Ottimo per portarci dietro tutto questo nell'arco dell'intero campionato. C'è professionalità nelle esercitazioni».

Quarto posto. «Abbiamo visto l'anno scorso che alla fine siamo arrivati ottavi, ma per fortuna abbiamo vinto la Coppa Italia. Dipende da ciascuno di noi, dalla voglia che riversiamo dentro al campo. Ognuno deve puntare agli obiettivi e dare una mano. Le qualità ci sono per fare un grandissimo campionato». 

Differenze. «Per adesso io vedo molta serenità. Il gruppo è ottimo. E' normale, siamo ad inizio ritiro e si diverte. Con le gare ufficiali poi vorrò vedere tutto questo. Per come abbiamo iniziato speriamo però sia un'annata con grandi soddisfazioni».

Leader. «Da una vita mi chiamano "Leone" e fa piacere essere leader. Io cerco di dare il massimo fuori e dentro al campo. Cerco di migliorarmi sempre e di dimostrare di voler giocare. Non bisogna mai sedersi e bisogna sempre avere degli obiettivi. Ovvio, giocare la Champions e partite così belle e importanti dev'essere uno stimolo. Speriamo di arrivarci. Dipende dalla nostra ambizione e dalla capacità di soffrire insieme".

Nuovi arrivi. «L'anno scorso anche io sono arrivato e mi hanno aiutato subito. I nuovi li abbiamo accolti benissimo. Vavro ad esempio è un ottimo elemento. Molto attento, applicato, cerca di migliorarsi. Questo è tantissimo per la sua giovane età. Deve migliorare come tutti, è sveglio e cerchiamo di dargli una mano. Lui, come Jony, come Bobby che sono giovanissimi hanno tutto il tempo dalla loro parte».

Mente e corpo. «Penso che da qui alla fine del campionato passano due mesi e quindi non so quanto una persona cambi. Dipende dal percorso che vuoi fare e da quello che hai dentro di te. Io vado dallo psicanalista per diventare migliore come uomo e di conseguenza come giocatore. Non mi vergogno a dirlo. Uno deve sapere cosa vuole fare nella vita, che abbia 21 anni o 37 anni. Il gruppo è di livello, con giocatori di livello, un mister che ci aiuta e ci consiglia insieme al suo staff. I 23 che entrano in cambio decidono la sorte delle partite. L'anno scorso dopo la vittoria contro l'Inter ci siamo inceppati. Qualcosa non ha funzionato, ma bisogna capirlo e trovare il motivo dentro di noi. Ogni stagione però è diversa, sicuramente la Lazio non può arrivare all'ottavo posto. Vogliamo lottare per i posti che ci competono».

Gruppo. «Io cerco di parlare con il lavoro, con l'impegno quotidiano sul campo. Secondo me è questo l'esempio da dare i giovani. Loro in cambio ci devono dare una grossa mano. I consigli sono importanti per migliorarsi a vicenda. Speriamo che quest'anno potremo in questo modo raggiungere».

Simpatico il siparietto con Immobile, che assiste alla conferenza del difensore. «Leone, tu mi reputi giovane o vecchio?». «Giovanissimo oh!», la risposta di Acerbi.
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