Gli anni di Cristo. Oggi Acerbi spegne 33 candeline ancora con le dita al cielo. Rituale prima d’ogni incontro da quando suo padre nel 2012 è scomparso. Francesco lo ha ricordato 5 giorni fa con un post, proprio in occasione del compleanno: «Grazie per esserci anche se non ci sei più. Ricordo ogni istante quanto mi manchi e, anche se non te l’ho mai detto, sei e resterai per sempre il mio idolo». Domenica il centrale ha dedicato a lui l’ultimo successo con il lancio perfetto per la torre di Milinkovic e il gol di Ciro. Come se non fosse bastato aver immobilizzato Pavoletti al centro o aver distratto in scivolata Marin nell’unico pericolo sardo su un’ingenuità di Musacchio. Acerbi è un muro ed è ancora più maturo. In difesa, davanti a Reina, il leader assoluto. In realtà è stato così dal primo giorno in cui ha messo piede alla Lazio: 121 apparizioni, 6 reti e 5 assist dall’estate del 2018. Doveva far dimenticare il traditore de Vrij, lo ha cancellato in un attimo. Domenica se lo ritroverà contro, i tifosi biancocelesti lo hanno rimosso grazie al suo sguardo di fuoco. Lo chiamano tutti “Leone” a Formello, dovrà vedersela di nuovo contro Lukaku, annullato lo scorso 4 ottobre all’Olimpico. All’andata contro l’Inter finì uno a uno e Acerbi – come contro il Cagliari – sfornò il passaggio decisivo per il gol di Milinkovic in risposta a Lautaro. In quella gara, complici gli infortuni di Radu, Marusic e Bastos e l’inserimento di Parolo al centro, partì pure l’esperimento a sinistra dell’ex Sassuolo, più volte risolutivo fra Serie A e Coppe in quel ruolo. In quell’occasione un cross d’oro nel tabellino. È come il vino. Più invecchia, più è buono. Acerbi è come Benjamin Button, cresce al contrario, a 33 anni sembra un giovanotto.
VITA
Il più spremuto (2278’ in campo) di tutta la Lazio, nonostante a dicembre si sia dovuto fermare (problema all’adduttore) per tre turni di campionato.
ESAME
Il segreto della rinascita è tutto lì dietro. Non è un caso che le 6 vittorie consecutive coincidano con una ritrovata solidità difensiva della Lazio. Tutta la squadra è più corta, compatta, e gli attaccanti aiutano a fare scudo: 3 reti subite nelle ultime 6 partite (erano 12 su 15 gare nella prima parte dell’anno), tre volte la porta inviolata come risultato aggiunto. Merito anche del miglior Leiva a centrocampo, dei ritorni di Acerbi e Radu al massimo livello più Reina regista aggiunto. Tutto consolidato, il ballottaggio per San Siro è fra il rientrante Patric e Musacchio. Da oggi si comincia a fare sul serio a Formello perché l’esame ora diventa fermare l’attacco più prolifico (51 gol) del campionato. L’Inter punta allo scudetto, i biancocelesti sono sette punti sotto. Lo scorso febbraio però partì proprio da lì la rincorsa del sogno. Tutta la Lazio vuole farsi un altro regalo. Acerbi entrerà in campo e guarderà ancora in alto.