Lazio: a porte chiuse è dura, ma si vince

L'aquila Olympia, mascotte della Lazio, vola in un Olimpico deserto
di Alberto Abbate
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Domenica 31 Maggio 2020, 09:30
Il silenzio come prezioso alleato. Per carità, il tifo rimane sempre un valore aggiunto, lo è stato per la Lazio quest’anno. Ma ora il fuoco va ricercato dentro. Si riparte con la Serie A a porte chiuse, in trasferta e all’Olimpico. E allora Inzaghi sta già allenando lo spirito, forse per questo pensa pure a un mini-ritiro sette giorni prima della ripresa del campionato. C’è la storia per fortuna a dargli conforto. Perché guardando i numeri del passato, si può trovare il bicchiere mezzo pieno: in 8 precedenti (4 in Europa League, 2 in Serie A, 1 in Champions League, 1 in Intertoto) spuntano 3 vittorie, 4 pareggi e un solo ko. Nell’era Lotito emerge addirittura l’imbattibilità da sei partite di seguito: ironia del destino, da Bergamo quando, con lo stadio Atleti Azzurri chiuso, contro l’Atalanta finì 0 a 0. La Lazio adesso aspetta di capire se si giocherà lì o altrove (indicato Reggio Emilia come stadio alternativo) il 23 o 24 giugno, ma poco importa a questo punto. In realtà, la striscia positiva biancoceleste con gli spalti deserti era stata inaugurata già nel 2005 contro il Tampere United (3-0, gol di Belleri, Rocchi e Di Canio) nella Coppa Intertoto. Quindi lo stop allo Stadio del Mare (campo neutro) quando contro il Catania, il 22 novembre 2006, arrivò l’unica sconfitta per tre a uno. Da allora sempre risultati utili: 1-1 (girone eliminatorio in Champions) contro l’Olympiakos nel 2007 ad Atene, 3-1 contro lo Stoccarda negli ottavi di Europa League nel 2013 in un Olimpico sigillato per i disordini prima e durante Lazio-Borussia Monchengladbach. 
IMMOBILE SCALPITA PER LEWA
Scontati, con un secondo turno di stop, pure ai quarti contro il Fenerbahce (1-1) un mese dopo. Stesso risultato acciuffato il 17 settembre 2015 da un gol di Milinkovic a Dnipro. L’ultimo precedente risale al 28 settembre 2017 per la Lazio. Girone eliminatorio di Europa League, i biancocelesti pagano i buu razzisti contro lo Sparta Praga all’Olimpico, ma vincono comunque contro lo Zulte Waregem 2 a 0. A segno Caicedo e Immobile al novantesimo. Forse per questo Inzaghi ieri ha già iniziato a testarli di nuovo insieme a Formello. Partitella in famiglia finita in pareggio (2 a 2) con l’ecuadoregno scatenato. Alla sua doppietta rispondono Leiva e Djavan Anderson. Immobile invece punta dritto alla ripresa del campionato per riprendersi la Scarpa d’oro. Lui è il capocannoniere (27 reti) in Italia, ma in Europa ora Lewandoski lo ha superato. Ieri ha segnato una doppietta nel 5-0 del Bayern al Fortuna ed è salito 4 punti sopra Ciro (58 a 54). Werner giocherà domani, è terzo a 48 seguito da Haaland (44), in campo oggi col Dortmund. In Bundesliga, però, mancano solo sei giornate alla fine dell’annata, ne deve ancora giocare dodici la Serie A. C’è chi fa addirittura il tifo per lui persino in Germania: «E’ bello che Immobile abbia trovato una squadra come la Lazio che ne esalti il valore – spiega a Radio Sei, Hitzfeld, vincitore della Champions con Bayern e Dortmund – e spero che sia lui a vincere la scarpa d’oro. Lewandovski avrà più possibilità di trionfare in futuro, sarebbe più bella la storia di Ciro». Il bomber che, zitto zitto, può segnare 20 anni dopo lo scudetto della Lazio. 
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