Lazio, 46 anni fa lo scudetto della banda Maestrelli: il rigore di Chinaglia stende il Foggia

Lazio, 46 anni fa lo scudetto della banda Maestrelli: il rigore di Chinaglia stende il Foggia
di Valerio Cassetta
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Martedì 12 Maggio 2020, 12:12
«Fine della partita. Sono le 17.45 del 14 maggio. La Lazio, che ha battuto il Foggia di misura, è Campione d’Italia». Era il 1974 e la voce di Enrico Ameri, radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, annunciava il trionfo della squadra allenata da Tommaso Maestrelli. In un Olimpico gremito da oltre 78mila spettatori, il rigore di Giorgio Chinaglia, eroe e simbolo di quella squadra, spezzava l’equilibrio all’Olimpico, decretando la retrocessione per i pugliesi e il primo scudetto per la Lazio. Un successo mai dimenticato dai tifosi, che ancora oggi scandiscono i nomi della formazione come una filastrocca: «Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico». Una “meravigliosa creatura”, costruita dal direttore sportivo Antonio Sbardella e dal presidente Umberto Lenzini. Un gruppo di giocatori pronti a tutto per il proprio allenatore, definito a più riprese «un padre» dai membri della rosa. Del resto, Maestrelli, psicologo e maestro di calcio, aveva saputo gestire e tirare fuori il meglio dai suoi ragazzi, caratteri forti, spesso in contrasto tra loro anche durante gli allenamenti a Tor di Quinto, ma uniti più che mai la domenica per le gare ufficiali. Una Lazio epica, sopra le righe, irripetibile, bella, ma anche dannata per alcuni tragici eventi degli anni seguenti. Pagine tristi di vita reale, che non scalfiscono, ma anzi aumentano l’eroicità di quell’impresa.
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