Roma, la svolta buona per Smalling: sarà il leader nella volata Champions

Smalling (foto Gino Mancini)
di Ugo Trani
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Martedì 9 Marzo 2021, 07:30

Finalmente Smalling, in piena corsa Champions e con la Roma, dopo il weekend, di nuovo al 4° posto (+1 sull'Atalanta). Chris è tornato, piazzandosi subito al centro del villaggio giallorosso e cancellando il sospetto che da Manchester, a fine estate, fosse arrivato il paziente inglese e non il difensore straordinario visto nella stagione scorsa. La squadra, già 38 reti subite, ha bisogno della sua esperienza e della sua personalità. Della sua presenza. Ne sa qualcosa Fonseca che lo ha sempre considerato il punto fermo della linea a 3 e che si è battuto a lungo per riaverlo a Trigoria dopo l’addio anticipato ad inizio agosto che gli ha impedito, su input dello United, di giocare l’ottavo di Europa League contro il Siviglia. È stata l’unica richiesta di Paulo che ha poi dovuto aspettare il 29 ottobre, all’Olimpico contro il Cska Sofia, per metterlo in campo. E addirittura il 1° novembre per il nuovo debutto in serie A, sempre in casa e contro la Fiorentina. Fin qui la sua seconda stagione nella Capitale, soprattutto negli ultimi mesi del 2020, è stata però fin qui travagliata: distorsione alla caviglia, intossicazione alimentare e infiammazione al ginocchio. Stop anche a febbraio, saltando 4 gare di campionato e le 2 contro il Braga, per la lesione al bicipite femorale.

PERCORSO DIMEZZATO

La sua assenza ha penalizzato la Roma che, come ha Juve, ha già contato 44 infortuni (peggio solo il Parma: 60). Così l’inglese si è perso più della metà dei match stagionali. Solo 17 presenze, delle quali 3 in Europa League, su 35 match. Appena 14 in campionato per 961 minuti (3 da subentrato). Mai al top, però, anche se le cifre che lo hanno accompagnato sono decenti: 40 respinte difensive, 25 intercetti, il 91 per cento di passaggi riusciti (solo il 43,8 di quelli lunghi). 3 ammonizioni e 12 falli commessi, 2 occasioni create e 1 assist.

In Europa League è partito dall’inizio solo una volta, giocando 129 minuti. Con lui in campo i giallorossi hanno preso 17 reti: media di 1 a partita. La Roma, senza considerare le 3 della sconfitta a tavolino con il Verona, si è allineata: media di 1,28, con 45 gol incassati in 35 partite. Smalling dovrebbe contribuire alla solidità difensiva e, al tempo stesso, fare la differenza anche nell’area avversaria. Con la sua efficacia nel gioco aereo. Gli optionals che arricchiscono la stagione della Roma, del resto, sono proprio le palle inattive: 14 gol (rigori compresi). Meglio solo il Milan e l’Inter. L’inglese, contro il Genoa, ha avuto la prima chance della partita. Mancini subito dopo è stato decisivo: 4° gol di testa, come Ronaldo e più di Ibra fermo a 3. Il difensore che fa il centravanti, surrogato ideale per Fonseca che, aspettando Dzeko (possibile la sua convocazione per la gara di domenica a Parma), vede perdere quota Mayoral, a digiuno nelle ultime 6 partite del torneo. 

PRODUZIONE A RILENTO

Il 4° attacco della serie A con 51 reti non ha punte in doppia cifra. L’unico ad aver segnato 10 gol (5 su rigore) è Veretout. Il centrocampista diventa bomber. Li imitano i difensori: oltre a Mancini e in attesa di Smalling, hanno già fatto centro Ibanez, Kumbulla, Spinazzola, Karsdorp, Peres e Calafiori. Da 4 partite gli attaccanti fanno cilecca in campionato. La nuova formula, giovedì contro lo Shakhtar Donetsk può essere con Mkhitaryan falso nove.i

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