Italia, la striscia record di Mancini fa il giro del mondo: 37 match senza ko. E con 98 punti è il miglior ct azzurro dopo 42 partite

Mancini (foto Gino Mancini)
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Settembre 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 10:37

Mancio primatista, se n’è accorto il pianeta. Ma il record dei record deve ancora venire. In teoria è vicinissimo. E inedito per la Nazionale. La nostra e le altre del mondo. Due titoli nello stesso anno e a distanza di tre mesi. L’Europeo è stato festeggiato l’11 luglio. Ma se l’Italia dovesse subito ripetersi, ne potrebbe mettere in bacheca un altro il 10 ottobre, quando a San Siro è fissata la finale di Nations League. L’avversaria sarà la vincente della sfida del 7 a Torino tra la Francia campione del mondo e il Belgio in testa al ranking Fifa e battuto dagli azzurri nei quarti di Euro 2020. Mancini, se vuole togliersi anche questo sfizio, deve (ri)battere la Spagna. Nuova semifinale, il 6 ottobre a Milano, dopo quella vinta a Wembley ai rigori.

STRISCIA PAZZESCA
L’anniversario per il nostro ct è oggi: l’ultima partita persa dall’Italia, proprio in Nations League, il 10 settembre del 2018 a Lisbona con il Portogallo, all’epoca campione d’Europa e in quella partita senza CR7. La seconda sconfitta dell’éra Mancini, dopo quella a Nizza contro la Francia poi diventata campione del mondo, è dunque lontana tre anni esatti. Stop ai ko e serie di 37 gare utili, cominciando dall’1-1 a Marassi contro l’Ucraina il 10 ottobre 2018. Da lì 28 vittorie e 9 pareggi, compresi i 2 diventati vittorie per le parate di Donnarumma ai rigori contro la Spagna e l’Inghilterra a Wembley. Record assoluto davanti al Brasile (1993-1996) e alla Spagna (2007-2009) che si fermarono a 35 (la Seleçao ne conta 36, ma la gara del 1995 pareggiata dalla sperimentale 2-2 con la Romania B non è ufficiale per la Fifa, non essendo stata tra Nazionali A).

Così Mancio è diventato il ct azzurro che ha raccolto più punti dopo 42 partite: 98. E sono 98 pure le reti, media gol di 2,33 con 32 marcatori diversi. Solo le nazionali dei campioni del mondo Pozzo e Bearzot ne hanno realizzate di più. Dentro la sua striscia infinita si è preso pure il primato dei successi fila: 13, con l’en plein, 10 successi su 10 partite, nelle qualificazioni europee. E ha allungato l’imbattibilità casalinga nelle partite ufficiali (amichevoli, quindi, escluse): 61 match. L’ultima sconfitta con Zoff l’8 settembre 1999 a Napoli contro la Danimarca (2-3).

SALTO IN ALTO
Roberto ha iniziato il suo percorso nel maggio 2018, prendendo l’Italia al 20° posto del ranking Fifa. Ad agosto si è ritrovato al 21°, ma in tre anni, anche per il trionfo di Wembley, ha recuperato fino al 5° posto. Davanti ha solo il Belgio, il Brasile, la Francia e l’Inghilterra. Ha riqualificato, insomma, il nostro calcio, scegliendo lo spirito dominante e propositivo. E coinvolgendo i giocatori: 78 convocati (68 utilizzati) e 36 debuttanti. Puntando sui giovani: gli ultimi Raspadori e Kean. Il Qatar è di nuovo in vista. A una vittoria. Se gli azzurri battono la Svizzera il 12 novembre all’Olimpico sono qualificati da primi anche perdendo poi in trasferta con l’Irlanda del Nord: sarebbero promossi per la differenza reti in caso di arrivo a pari punti (dando, quindi, per scontati i successi della nazionale di Yakin contro l’Irlanda del Nord, la Lituania e la Bulgaria). Nello scontro diretto potrebbe anche bastare il pari, senza però tornare poi da Belkast con un ko.

© RIPRODUZIONE RISERVATA