Il presidente Lardone: «La Serie C a Ostia? Per ora è un sogno»

Il presidente Lardone: «La Serie C a Ostia? Per ora è un sogno»
di Roberto Avantaggiato
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Lunedì 29 Giugno 2020, 16:29 - Ultimo aggiornamento: 16:34
ROMA Seconda in classifica in serie D, prima nelle graduatorie di ripescaggio per la serie C. Sogna l'Ostia Mare a conclusione di una stagione eccezionale, e non solo per lo stop imposto dall'emergenza Covdi-19. Per il club del Lido di Roma si potrebbero spalancare le porte per un ritorno in terza serie, categoria lasciata nel lontano 1991.
Presidente Luigi Lardone, vi state preparando al ritorno tra i professionisti?
«Ci stiamo muovendo, ma per noi la Lega Pro è ancora un sogno».
Direi che c'è qualcosa di più concreto...
«No, è ancora un sogno perché con le disposizioni imposte per giocare tra i professionisti, noi al momento non saremmo in grado di partecipare».
Si riferisce all'impianto?
«Sì, esattamente. L'Anco Marzio, per quanto efficiente e funzionale, non può rispondere ai requisiti richiesti».
E allora?
«Ci siamo guardati intorno, regolamento alla mano. Ma di soluzioni ne vediamo poche».
Quali sono?
«Le solite, quelle adottate da altre squadre romane salite in serie C».
Aprilia e Rieti?
«Esatto. Ma andare a giocare fuori provincia è senza senso. Noi siamo di Roma, di un quartiere popoloso della capitale e giochiamo a decine di chilometri di distanza?»
E l'Olindo Galli di Tivoli?
«Scartato. Non può più soddisfare le necessità».
Non resta che...
«L'Olimpico»
Scusi?
«Sì, se Roma e Lazio ci facessero entrare... No, scherzi a parte: trovo comunque assurdo che una città come Roma non possa avere un'impianto per giocare tra i professionisti oltre l'Olimpico».
In realtà ci sarebbe il Flaminio.
«Lasciamo stare. Nello stato di abbandono in cui versa, ci vogliono milioni di euro per rimetterlo a posto. Strada impraticabile».
Quindi ci sta dicendo che se sarete ripescati, rinuncerete?
«No, questo mai. Finché avremo una possibilità di partecipare non lasceremo nulla di intentato. Stiamo ancora cercando, forse il campo dell'Astrea potrebbe essere adatto. Ma lì bisogna passare per il Ministero di Grazia e Giustizia e non è facile».
Vi servirebbe una mano concreta dalle istituzioni.
«Sì, è vero. Ma in questo momento andare a chiedere qualcosa è fuori luogo. Ci sono tanti altri problemi prima del nostro da risolvere».
Magari, vista la straordinarietà del momento, dalla Lega Pro potrebbero concedere una deroga?
«È quello che speriamo. Come speriamo nella riforma deli campionati con la creazione della serie D Elite. Sarebbe l'approdo ideale per creare un modello di calcio qui a Roma».
E quale sarebbe?
«Quello delle società basche che con calciatori locali riescono addirittura a giocare nella Liga spagnola. Possibile che a Roma non si possa fare la stessa cosa per giocare in serie D o C?».
A proposito di serie D. Il vostro campionato è stato straordinario.
«Indubbiamente. Guardi, se non fosse stato sospeso sono convinto che lo avremmo anche vinto».
Con un budget molto contenuto.
«Lo stesso dell'anno prima, quando siamo stati vicini alla retrocessione».
Questione di scelte?
«Esatto. Noi abbiamo un ottimo vivaio, che ci consente di essere primi nella graduatoria dei giovani di valore della serie D».
A proposito. Il rapporto con Scudieri è finito. Inizia quello dell'ex calciatore di serie A Massimo Bonanni.
«Che già allenava nelle nostre giovanili. Anche questa è una nostra filosofia: valorizzare chi è già dentro il club».
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