Roma, la notte all'Olimpico vale una stagione: Fonseca punta forte sull'Europa League

Fonseca (foto Gino Mancini)
di Stefano Carina
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Giovedì 15 Aprile 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 10:31

La notte tanto attesa è arrivata. La semifinale di Europa League è distante appena 90 minuti, da affrontare partendo con il vantaggio del 2-1 dell’Amsterdam ArenA. Non un dettaglio: l’Ajax infatti dovrà vincere almeno con due gol di scarto, oppure di misura ma segnando almeno tre reti. Anche i numeri sono dalla parte dei giallorossi: in passato, quando ha vinto in trasferta, la Roma ha passato il turno 11 volte su 11. Fonseca è consapevole di giocarsi molto: andare avanti nella competizione e puntare a vincerla potrebbe di colpo trasformare i giudizi sulla stagione e sul suo lavoro, garantendogli quel rinnovo che a Trigoria assicurano sia ancora ampiamente in gioco. Tra l’altro alzare la coppa, garantirebbe l’accesso diretto alla Champions (divenuto improbabile in campionato) che per incassi non ha nulla a che vedere con l’attuale torneo. Per intenderci: sinora la Roma ha incassato 15,15 milioni (escluso il market pool) ed è a un passo dalla semifinale (che regalerebbe altri 2,4 milioni). Praticamente meno della metà che garantisce la Champions con il solo accesso ai gironi.

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Una settimana fa perfetta non lo è stata. O meglio, si è rivelata tale per il risultato non per la prestazione. In quest’ottica, il dato degli expected-goal va preso come monito per questa sera: 3.17 per gli olandesi, 0.71 per la Roma. Il primo a saperlo è il portoghese: «Davanti avremo un club fortissimo. Voglio una squadra che lotti senza pensare al 2-1. I ragazzi hanno capito l’importanza di questo momento». Sarebbe strano il contrario. Per almeno 17 elementi della rosa è il traguardo massimo ottenuto in carriera. E tolti i due over 30 (Dzeko e Mkhitaryan) l’età media relativamente bassa (23,6) dell’undici di partenza lo testimonia: dai 26 anni di Cristante, Pau Lopez e Karsdorp, si scende ai 24 di Pellegrini e Mancini, passando per i 23 di Diawara e arrivando ai 22 di Ibanez e i 18 di Calafiori («Giocherà dall’inizio»). Non siamo ai livelli dell’Ajax che, tolti Tadic e l’ex Stekelenburg, pronto al rientro, si presenterà con una squadra con età media pari a 21,7 ma poco ci manca.

Con altri interpreti, Fonseca si attende un’aggressione alta da ten Hag, sulla falsa riga di quanto accaduto nella prima mezz’ora con il Bologna: «Loro pressano alto e forte. Abbiamo analizzato la partita precedente e anche quella di domenica, ci siamo preparati per non fargli fare quello che vogliono». Per riuscirci si affiderà ad un palleggiatore in difesa (Cristante) rinunciando ad un altro in mediana (Villar), privilegiando la sostanza di Diawara. Obbligata, invece, è la rinuncia a Smalling: «È vicino al rientro ma dipende da lui». Tra i 21 convocati, il difensore centrale Morichelli (classe 2002). La differenza per una sera la faranno i dettagli: «Sono importanti, soprattutto quelli difensivi. Loro sono fortissimi in attacco». I numeri lo confermano: 86 reti in 28 gare in Eredivisie (3.07 di media) e 10 nelle 5 gare disputate in Europa League (2). Nella competizione, anche la Roma non è da meno. Dall’inizio della fase a eliminazione diretta, i giallorossi hanno fatto centro 12 volte. E segnare, servirà anche stasera. Il monito di Fonseca nel post-Bologna è stato chiaro: «Se pensiamo soltanto a non subire, poi le cose potrebbero complicarsi. Sarà molto importante fare gol». A Dzeko (a quota 29 in Europa) e Mkhitaryan saranno fischiate le orecchie.

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