La Liga riparte, regole chiare, Tebas: «Niente feste o grigliate. La Serie A? Molti avevano interesse a non riprendere»

La Liga riparte, regole chiare, Tebas: «Niente feste o grigliate. La Serie A? Molti avevano interesse a non riprendere»
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Giovedì 11 Giugno 2020, 13:50 - Ultimo aggiornamento: 13:58
«Se ci saranno 2-3 positivi nella stessa squadra, sarà per negligenza individuale o di gruppo e ci saranno provvedimenti disciplinari». Lo afferma il presidente della Liga, Javier Tebas, nel giorno in cui il campionato di calcio spagnolo riprende con l'indicazione di tenere in isolamento solo i giocatori che eventualmente contrarranno il coronavirus. «Per il rischio dei giocatori di prendere il virus, mi preoccupa la loro vita privata. Devono essere diligenti, non vogliamo vedere feste o grigliate, hanno grande responsabilità e non vogliamo fare un passo indietro ma avanti - ha detto Tebas in una videoconferenza stampa -. Non mi preoccupa invece la vita nei centri sportivi, né i viaggi: la Liga organizza i trasferimenti per ogni squadra di prima e seconda divisione, con aerei e treni speciali o bus, e hotel specifici ispezionati prima, in cui alloggeranno solo loro».

«Mi sono molto preoccupato quando in Italia un gruppo di club si è esposto pubblicamente contro la ripresa. Per me avevano interesse a non riprendere e usavano la situazione sanitaria per dire che non bisognava giocare. Per fortuna la Serie A riprende, e spero che riesca anche ad arrivare in fondo».
Lo ha sottolineato il presidente della Liga, Javier Tebas, nel giorno in cui il campionato spagnolo riparte senza un 'piano B' dichiarato. «Non penso ci sarà un nuovo picco del virus che costringa al lockdown in casa - ha spiegato in una videoconferenza stampa -. Appena sapremo che non possiamo giocare più, definiremo il piano. È nell'interesse dello sport. Altrimenti alcuni potrebbero ragionare in base al risultato che hanno al momento. Non abbiamo perso un minuto a pensare cosa succederebbe se non finisse la Liga per qualificazioni alle coppe, retrocessioni e promozioni. Alcuni club hanno provato a parlarne, ma ora non è il momento»
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