Il risveglio del signore del gol, la Lazio riparte da Klose

Il risveglio del signore del gol, la Lazio riparte da Klose
di Daniele Magliocchetti
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Martedì 15 Marzo 2016, 09:24
Re Miro è tornato. E più pimpante e determinato che mai. Dall'alto dei suoi trentasette anni, ancora una volta Klose è riuscito a dare una lezione a tutti, lasciando l'Olimpico a bocca aperta e allo stesso tempo commosso. Se non fosse stato per lui, per la sua voglia e tenacia, probabilmente la Lazio contro l'Atalanta sarebbe andata incontro all'ennesimo risultato deludente. Invece, il campione tedesco, si è letteralmente caricato la squadra sulle spalle, incitando i compagni e guidandoli verso un successo prezioso. Un esempio da seguire. Più lo danno per finito e sul viale del tramonto, più si rialza e con veemenza dimostra di essere ancora tra i più bravi attaccanti in circolazione. «Per me è importante l'atteggiamento, mi piace preparare con la testa ogni partita. Cerco sempre di avere l'atteggiamento giusto e di metterci il cuore. Io un predestinato? No, ho solo avuto la fortuna di imparare da tanti grandi giocatori e da ognuno di loro ho preso il giusto e sono migliorato sempre, anche adesso», la filosofia di Miro Klose.

INDOMABILE IN CAMPO
Quanto fatto vedere domenica sera all'Olimpico non è da tutti. Anzi è stato sbalorditivo, vedere calciatori con quindici anni di meno, ma anche di più, che quasi arrancavano e timorosi effettuavano contrasti in mezzo al campo. Miro, invece, andava a velocità doppia, da una parte all'altra del campo, con tanto di pressione sul portatore di palla. Non ha mai mollato la presa e sono sintomatici due episodi della partita di domenica sera: dopo dieci minuti dall'inizio dell'incontro dalla sua zona di competenza ha rincorso Gomez quasi fino alla bandierina, per poi fare la stessa cosa all'ottantesimo su Kurtic lanciato a rete, quasi mollato da Patric. Un giocatore indomabile, quasi di un altro pianeta se si considera l'età, 38 anni tra tre mesi, e i tanti acciacchi alla schiena che si porta avanti da un pezzo. Situazioni che dovrebbero far riflettere più di qualcuno all'interno della squadra. Non sono passate inosservate le piccole ramanzine a Cataldi, uno dei suoi protetti, invitandolo ad essere meno timoroso e più cattivo in campo.

PIOLI IN DIFFICOLTÀ
Non è stato facile per un bomber di razza come il campione tedesco, non segnare per mesi e mesi. L'ultimo gol in campionato l'aveva fatto al Napoli, il giorno della conquista del terzo posto, alla fine della stagione. Per non parlare dell'ultima rete realizzata all'Olimpico in campionato, datata 9 marzo del 2015 contro la Fiorentina. Un anno esatto. Un'astinenza che pesava come un macigno. «Mi sono tolto un peso, non ce la facevo più», ha scherzato Miro a fine partita dopo la doppietta rifilata all'Atalanta. Gol e prestazione da fiocchi, tanto che adesso Pioli è costretto a rivedere i suoi piani per l'Europa League. L'idea dell'allenatore era di alternare Klose per il campionato e far giocare Matri in coppa, ma ora tutto è cambiato, anche perché il tedescone sta bene e si candida prepotentemente per giocare titolare contro lo Sparta Praga.

SOGNO OLIMPICO
Nonostante l'ottima prestazione, l'età avanza e a fine anno lui e la Lazio si diranno addio, almeno per quanto riguarda il calcio giocato. Da tempo Lotito gli fa una corte spietata per farlo restare, dando all'attaccante carta bianca su ciò che vuole fare. L'idea del patron sarebbe quella di farlo dirigente, come uomo immagine della Lazio, ma Miro ama troppo il campo e il suo sogno del cassetto è allenare. Occhio però che dietro l'angolo c'è una pazza idea che arriva dalla Germania, ovvero la possibilità di andare a Rio come fuori quota. Un'ipotesi estiva che qualcuno ancora cavalca, Miro però non dice nulla, lui pensa solo a correre e a segnare.