La giovane Italia ora è l'ultima speranza. Vince e convince nell'inutile finalina in Turchia. Va fatto un discorso a parte su Donnarumma, ex fenomeno della porta. Ancora papere, ma sembra più un discorso di testa: chissà se si è pentito della scelta Psg, che gli ha messo sì tanti quattrini in tasca, ma poi lo ha rifilato in naftalina. Torniamo però alla serata positiva. Raspadori segna una doppietta, aumenta il rimpianto di ciò che poteva essere, ma a questo punto meglio attaccarsi al "sarà": «Dopo una delusione così grande, volevamo dare un segnale per rialzarci subito - spiega l’attaccante del Sassuolo - e l’aiuto dei veterani ci ha aiutato tanto. Dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di guardare avanti e ripartire da zero». Qualche in ruga in più per il Mancio, tanti anni in meno per questo nuovo gruppo: «I ragazzi sono cresciuti nel gioco, era la prima volta che giocavano tutti insieme e hanno bisogno di tempo». Quest’inutile successo non può però placare quella fitta sul petto: «Inutile il risultato, ma era importante fare le cose bene sino in fondo. La gara con la Turchia era difficile a livello mentale - assicura il ct dopo l’abbraccio con Kuntz - sia per noi che per loro. Resta il grande dispiacere per il Qatar, ma dobbiamo voltare pagina e non piangerci addosso». D’altronde, qui si rifa l’Italia subito o muore il nostro calcio. E i giovani azzurri forse l’hanno capito, giocano con uno spirito diverso. In Turchia qualcosa è cambiato, non era scontato. Mancini e il presidente Gravina cercano già una via di uscita, pur tracciata dallo sguardo mirato e poco pacificato di Erdogan, allo stato di crisi apertosi dopo la sciagurata caduta contro la Macedonia del Nord. Per avere risposte concrete è prestissimo, ma ora il futuro è meno buio e più azzurro.
Voglia di investire sui giovani
Cercasi profeti in patria. Le maggiori speranze del gol al momento sono riposte su Scamacca: «Devo imparare da Immobile ad andare in profondità», ha detto a fine gara. Solo per un affaticamento muscolare non lo aveva sostituito giovedì sera. In Anatolia, Gianluca mostra personalità e scalpita per diventare il centravanti d’Italia. È evidente la sua crescita (13 gol in A), ma in estate potrebbe passare all’Inter e c’è il rischio di frenarla.
Su chi puntare a giugno
Resterà la Nazionale di Donnarumma, Bastoni, Berardi, Pellegrini, Verratti e Barella. Da quest’ultimo ci si aspetta però un’altra grinta, ha la sindrome di Immobile con l’Italia. Scalpitano Frattesi, Ferrari, Okoli, Fagiolo, Bove della Roma. A proposito, quanto manca sulla fascia Spinazzola: molto dipenderà da come avrà reagito a questa lunga inattività, ma pure lui è avanti con l’età. A differenza di Chiesa: il rientro dopo la rottura di un crociato resta sempre un enigma, non il suo fiuto del gol sotto porta. Federico pregustava il dolce ritorno in Qatar: l’Italia si è fermata alla Macedonia, ma riparte dalla Turchia.
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