L'Inter di Conte si è messa le pantofole

L'Inter di Conte si è messa le pantofole
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 19 Ottobre 2020, 09:30

Un anno fa, di questi tempi, l’Inter di Conte era a punteggio pieno. Alla quarta giornata, come adesso, aveva giocato il derby, ma l’aveva vinto: in “trasferta”, davanti a 70.000 spettatori, in gran parte rossoneri, e con gol di Lukaku e Brozovic. Sì, quello era un altro Milan, ma anche l’Inter era in rodaggio e se qualcuno ritiene che la squadra ancora adesso non abbia ben assimilato i principi di gioco, così particolari, del suo allenatore, figuriamoci allora. Sembra quasi che il tempo sia passato invano. Sarà stato il secondo posto finale a un solo punto dalla Juventus, ma giusto perché i bianconeri avevano mollato a scudetto vinto, sarà stato per la finale di Europa League conquistata, ma tutti pensavano all’Inter come unica vera antagonista della solita Juventus, e molti ritenevano addirittura che le partisse davanti. Invece, dopo avere stentato più del lecito con la Fiorentina, fra Lazio e derby, primi esami di maturità, è arrivato un solo punto.
Qual è il problema della nuova Inter? Molti attribuiscono le difficolta di questo inizio di stagione, riassumibili negli otto gol subiti in quattro incontri, alla svolta “giochista” di Conte, alla sua voglia imprevista di vincere e convincere, non solo di vincere, come faceva in passato. 
LE PAROLE
Sono stati costruiti castelli di carta su un’affermazione del tecnico in realtà banale: «Preferisco un 5-4 a uno 0-0». Grazie. Diverso sarebbe stato se avesse detto preferisco un 5-4 a un 1-0... Allora sì che si sarebbe potuto pensare a un cambio d’orizzonte. Piuttosto, la sensazione è che l’Inter di oggi manchi d’intensità. Per sfruttare le doti di una coppia d’attacco formidabile come quella formata da Lukaku e Lautaro, occorre sì tenere il baricentro e la linea di difesa alti, ma a patto di riuscire a togliere l’iniziativa agli avversari con un pressing altrettanto alto. Cosa che l’anno scorso l’Inter faceva nella prima parte delle partite con una tale continuità da esaurire le energie e subire spesso le rimonte degli avversari. Adesso invece la squadra dà l’impressione di giocare in pantofole: a ritmi bassi anche quando, come con la Lazio, sembra avere il pieno controllo della partita.
Non solo.

L’altro difetto è la mancanza di alternative alle fughe degli esterni o al fraseggio stretto delle punte: non ci sono cambi di gioco né imbucate improvvise perché al centrocampo, in assenza di Sensi e con la rinuncia a Eriksen, manca qualità. Poi è chiaro che anche il coronavirus ha giocato un ruolo importante: pesanti le assenze nel derby, soprattutto in difesa. Ma prendere Kolarov al posto di Godin è una scelta di Conte, che in questa stagione non ha più alibi di mercato. Tocca a lui trovare il modo per far esprimere al meglio una squadra fortissima. Magari anche cambiando il sistema di gioco. O è chiedere troppo?

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