Roma-Totti, tocca a Pallotta: a Boston incontra Baldissoni e Zecca per chiudere ogni discorso sul contratto del capitano

Roma-Totti, tocca a Pallotta: a Boston incontra Baldissoni e Zecca per chiudere ogni discorso sul contratto del capitano
di Ugo Trani
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 16:33
Totti, passata la tramontana che lo ha spinto in campo contro il Napoli, ha preso atto che niente è cambiato sul suo futuro. Perché lui non ha ricevuto alcun messaggio, diretto o indiretto che sia, dalla proprietà o comunque dalla Roma. Anzi lo ha sorpreso l'ottimismo lievitato dopo la gara di lunedì. Nessuno gli ha fatto capire che il rinnovo, per il suo ultimo anno in giallorosso, adesso sarebbe improvvisamente più vicino. Da impossibile a possibile. Spiraglio o apertura, però, fa lo stesso: il capitano non ne sa niente. L'unica novità gli arriva da dentro lo spogliatoio: il feeling ritrovato con Spalletti lo fa stare più tranquillo, a prescindere da come sarà il finale della sua favola. A scriverlo non ci penserà il tecnico che, anche se in ritardo, si è chiamato fuori dal discussione complicata e tristissima. Lasciandola alla società che avrebbe dovuto prenderla di petto qualche mese fa, senza rimandarla a oltranza come sta invece facendo. Chi vive fuori Trigoria ha bocciato la gestione del più grande calciatore della storia del club. Perseverare sarebbe imperdonabile.

ALLEATO IN CAMPO
Spalletti si è schierato al fianco di Totti. Gli è piaciuto l'appello del giocatore più rappresentativo. Che sabato capitano ha puntato forte sull'unità, mettendo da parte ogni interesse personale. Ha pensato alla Roma e basta. E l'allenatore, pure per evitare lo strappo con la piazza, ha subito votato per lui. Meglio, per la sua conferma da giocatore. Gli abbracci di fine partita sono stati significativi. Vito Scala con Lucio, Francesco con Daniele Baldini. E anche le dichiarazioni, diverse da quelle di qualche tempo fa: «Totti è un patrimonio della Roma», garantisce il toscano. Ma la sua benedizione non è detto che basti. A decidere sarà Pallotta che, da dicembre, insiste: vuole che il capitano faccia subito il dirigente. Solo il presidente può certificare il ribaltone e concedere il rinnovo. Ripensandoci. La linea del management italiano, rappresentato da Baldissoni, resta per ora quella di sempre. Il dg, attraverso i canali ufficiali (in tv) e non, ribadisce la posizione della proprietà: Francesco deve lasciare perché rallenta il processo di crescita della squadra. Sentenza spietata e dura da smontare. Pure se Zecca, braccio destro di Pallotta, potrebbe oggi diventare, non a caso con Spalletti, il primo alleato del giocatore. Ha un rapporto diretto e solare con Totti. Come mediatore, quindi, dovrebbe funzionare. «Tutto risolto» assicura Tommasi. «Gli animi sembrano più sereni». Ma bisogna, comunque, aspettare il summit negli Usa.
 
CLIMA MIGLIORE

Zecca e Baldissoni sono volati a Boston. Con loro anche Massara, vice di Sabatini. Sul tavolo più di una questione (stadio, Academy e mercato). La priorità va, però, al futuro del capitano, anche perché la tifoseria vuole sapere se l'8 maggio dovrà andare all'Olimpico per l'ultima partita di Francesco. Proprio Zecca affronterà l'aspetto ambientale. Perché, come si è visto contro il Napoli, la Roma ormai gioca in casa solo quando in campo c'è Totti. E, come hanno confermato le ultime 2 vittorie, la squadra trae beneficio dalal sua presenza e non solo tecnicamente. Il presidente riceverà dall'amico fidato la relazione più dettagliata possibile su quanto accaduto negli ultimi giorni. A quanto pare ci sarebbe uno sponsor pronto ad accompagnare il capitano nell'anno conclusivo della carriera. Con maglie celebrative ed altro. Introiti sicuri da aggiungere a quelli della Champions, con i preliminari (o, magari, direttamente i gironi) firmati proprio da Totti. L'hombre, e non l'ombra, del partido. E della Roma.