Si chiama Alcoyano la bestia nera del Real Madrid. Una cittadina al settimo cielo, ma in lockdown

Si chiama Alcoyano la bestia nera del Real Madrid. Una cittadina al settimo cielo, ma in lockdown
di Giuseppe Mustica
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 19:03

Non è la classica storia di “Davide contro Golia”. Non può esserlo perché c’è molto di più nell’impresa dell’Alcoyano, la squadra di Segunda Division Nacional B (la nostra Serie C) che ieri sera ha buttato fuori, in dieci uomini e con un contropiede micidiale al minuto 115, il Real Madrid di Zidane. È una storia sportiva che rende merito ad una squadra che è riuscita anche a far creare un detto: tener mas moral que el Alcoyano (avere più morale dell’Alcoyano). Il tutto perché secondo la leggenda è sempre stata formata da guerrieri capaci di imprese epiche. E come definire, se non epica, quella dell'altra notte?

BESTIA NERA

Non è la prima volta che l’Alcoyano batte il Real Madrid. È già successo. Al Bernabeu addirittura. Spareggio per la promozione giocato sui 180’ contro la squadra B dei Blancos, il "Castilla". All’andata, il 22 maggio del 2011, una data storica per il piccolo club, si va a fare la storia a Madrid espugnando il Bernabeu per 2-0. Al ritorno basta un pareggio per accedere alla fase successiva e festeggiare, alla fine, il passaggio del turno. Quindi, ricapitolando: in tre precedenti conosciuti, due vittorie e un pareggio contro la squadra più titolata della Spagna e quella che ha vinto il maggior numero di Champions League. Mica male per una società che è dalla stagione 1950-51 che non gioca nella Liga e che nella sua storia ha disputato solamente per quattro volte il massimo campionato spagnolo. Bestia nera si può dire? Sì, crediamo proprio di sì. 

GLI EROI

Sono due gli artefici di questa pagina di storia: Juanan Casanova e José Juan Figueras. Il primo è un centrocampista, 30 anni, che nelle ultime due stagioni per ben due volte è rimasto senza squadra. Ieri invece è stato decisivo con l’inserimento e la zampata ad anticipare Lunin, il portiere classe ’99 del Real Madrid che secondo i valori di mercato costa di più di tutta la rosa dell’Alcoyano messa insieme.

Il secondo è l'ultimo baluardo: 41 anni, ieri ha parato il parabile e anche altro. È stato chiamato in causa 10 volte, e mai nessuno in questa stagione era stato sollecitato in questo modo dalla squadra di Zidane. Ha abbassato la saracinesca. E sul gol di Militao, quello che sembrava avesse già mandato in archivio la partita come una delle tante, non poteva fare davvero nulla. Se avesse compiuto anche quella parata sarebbe servito l'esorcista per capire come ci fosse riuscito. Sarebbe stato paranormale

NIENTE FESTA

Alcoy è una cittadina di 60 mila abitanti della Comunità Valenciana. In lockdown al momento: troppi casi Covid che praticamente stanno facendo vivere ai cittadini una zona rossa, detta all’italiana. Nessuna festa per le strade per quello che è diventato "l'ombelico del mondo" pallonaro. Tutti ne parlano. Addirittura in poche ore l’account Twitter del club è passato dai 10 mila followers agli oltre 21 mila attuali. E aumenteranno. Non c’è dubbio. La pandemia però ha bloccato i festeggiamenti che sicuramente verranno proposti più avanti. I calciatori, intervistati a fine partita, non ci hanno comunque capito molto. «Pensavamo all'autocertificazione per il coprifuoco» ha detto qualcuno. Altri pensavano ai poveri piedi doloranti per la quantità di chilometri macinati nell'arco dei 120 minuti. Le imprese ovviamente passano da azioni importanti. Da ricordare. Nella capacità di buttare il cuore oltre l'ostacolo. Ecco, l'Alcoyano ieri sera c'è riuscito.

Scrivendo in questo modo una delle pagine più belle di questo sport. Molte volte monotono. Ma alcune volte senza possibilità di pronostico. Ed è per questo che l'amiamo. 

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