GIOVANI
Ci sono due giocatori, per tornare al discorso di prima, su cui la Roma aveva puntato molto per via della classica strategia di chi compra per rivedere. E andare a prebdere gente come Kluivert (classe ‘99) e Under (classe ‘97), ormai nella Capitale da tre (il turco) e due (l’olandese). Giovani, di belle speranze, da far crescere e farci una bella plusvalenza dopo qualche tempo, questo era l’obiettivo. Oggi rivedibile. Ecco, proprio questi due sono passati dalla vetrina allo scantinato. Per una questione di rendimento, non certo per punizione, entrambi sono ai minimi termini, poco appetibili oppure appetibili a cifre non esaltanti. E la Roma di questo ne soffre. Justin è arrivato nell’estate del 2018 (per mano di Monchi), ha firmato un contratto fino al 2023 ed è stato pagato 17 milioni di euro più 1.5 di bonus. E’ chiaro che la Roma, cedendolo, una plusvalenza la farà considerando l’ammortamento di questi due anni, ma mai arriverà la cifra che avevano messo in preventivo, considerando la mancata crescita del ragazzo: la Roma infatti chiede 35 milioni, il Napoli, ne offre 25. Kluivert ha disputato due stagioni tra alti e bassi, specie il primo, con Di Francesco allenatore. In quest’ultimo anno, il tecnico Fonseca gli ha dato più spazio e fino a dicembre aveva mostrato quella crescita sperata. Poi, l’infortunio prima, il lockdown poi, gli hanno fatto fare due passi indietro. In due anni, nove gol, di questi due nella passata annata. Non certo due anni romani indimenticabili, anche se manca ancora un po’ alla fine. Ma il Kluivert visto a Napoli non è certo una miniera d’oro per la Roma. Un po’ lo stesso discorso vale per Under, quest’ultimo distrutto dagli infortuni: bene con Di Francesco (soprattutto il primo anno), non pervenuto con Fonseca. Under è arrivato come perfetto sconosciuto (almeno Justin aveva il congnome del più celebre papà Kluivert, ex Ajax e Milan) per 13,4 milioni di euro più 1,5 di bonus, firmando un contratto fino a giugno del 2022. Under è sparito dai radar, ha perso il posto da titolare da un bel po’ e poi ha sempre faticato per riconquistarlo, non avendo più avuto una continuità di rendimento. Plusvalenzina, anche per lui, insomma. E doveva essere l’erede di Salah, in campo e per i bilanci. Il turchetto è fermo quest’anno a tre reti, l’ultima con il Lecce, poco prima del lockdown, 8 reti nella prima stagione, giocata titolare solo nella seconda parte, e sei nell’annata successiva, dei quali tre reti sono stati segnati in Champions League. Il crollo vero quest’anno. Pure per lui un mese per riprovare a tornare in vetrina, solo lì c’è spazio per la gloria. E magari tornare a valere veramente quei 35 milioni di euro. Allora sarebbe un’altra storia. Si ripartirà con il rimpianto di perdere due talenti, ma almeno il bilancio non ne soffrirà.
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