Roma, Kluivert e Under, talenti in difficoltà e plusvalenze poco plus

foto Mancini
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 6 Luglio 2020, 18:25
Proprio nel momento in cui certi giocatori, tipo Under e Kluivert, dovevano mettersi in vetrina, sono finiti quasi nello scantinato. La Roma, quest’anno, non ha molto da proporre sul mercato internazionale, come accaduto negli anni precedenti: le cessioni nel tempo di Lamela, Marquinhos, Pjanic, Salah, Ruediger e Alisson, tanto per citarne alcuni, sono stati messi a posto i bilanci. Ma non è bastato, oggi la situazione è peggiorata e quei calciatori d’oro non ci sono più. Zaniolo, forse, sarebbe l’unico vero giocatore-plusvalenza, e di un certo peso, ma per adesso nessun dirigente (almeno quelli presenti attualmente a Trigoria) sta pensando a una sua cessione. Si cercherà di fare cassa con ciò che si ha, che non è il massimo, visto che tanti arrivati nello scorso anno sono prestiti o calciatori su cui la Roma aveva investito molto (vedi Pau Lopez). Una strada, ad esempio, è quella di alleggerire il monte ingaggi e l’indiziato numero uno, con i suoi nove milioni lordi (il costo annuo per il club) nel portafogli, è Edin Dzeko. Per lui pesa anche la questione età (34 anni). Ma poi, a quanto sembra, arriva Pedro, che di anni ne ha 33: le società oggi sopportano l’ingaggio alto se non hanno soldi da ammortizzare sul bilancio. Quindi, via libera ai parametri zero, anche se costosi per stipendio. Altra strada ancora: liberarsi dei calciatori, diciamo così, meno utili all’allenatore e qui la lista è parecchio lunga (e non è di oggi), si parte da Fazio per arrivare a Jesus, fino a raggiungere i vari Perotti e, toccando la categoria di color che sono sospesi, Cristante, Diawara. Idea giusta, ma non facile da realizzare, visto che è un po’ che il club prova a piazzarli. 

GIOVANI
Ci sono due giocatori, per tornare al discorso di prima, su cui la Roma aveva puntato molto per via della classica strategia di chi compra per rivedere. E andare a prebdere gente come Kluivert (classe ‘99) e Under (classe ‘97), ormai nella Capitale da tre (il turco) e due (l’olandese). Giovani, di belle speranze, da far crescere e farci una bella plusvalenza dopo qualche tempo, questo era l’obiettivo. Oggi rivedibile. Ecco, proprio questi due sono passati dalla vetrina allo scantinato. Per una questione di rendimento, non certo per punizione, entrambi sono ai minimi termini, poco appetibili oppure appetibili a cifre non esaltanti. E la Roma di questo ne soffre. Justin è arrivato nell’estate del 2018 (per mano di Monchi), ha firmato un contratto fino al 2023 ed è stato pagato 17 milioni di euro più 1.5 di bonus. E’ chiaro che la Roma, cedendolo, una plusvalenza la farà considerando l’ammortamento di questi due anni, ma mai arriverà la cifra che avevano messo in preventivo, considerando la mancata crescita del ragazzo: la Roma infatti chiede 35 milioni, il Napoli, ne offre 25. Kluivert ha disputato due stagioni tra alti e bassi, specie il primo, con Di Francesco allenatore. In quest’ultimo anno, il tecnico Fonseca gli ha dato più spazio e fino a dicembre aveva mostrato quella crescita sperata. Poi, l’infortunio prima, il lockdown poi, gli hanno fatto fare due passi indietro. In due anni, nove gol, di questi due nella passata annata. Non certo due anni romani indimenticabili, anche se manca ancora un po’ alla fine. Ma il Kluivert visto a Napoli non è certo una miniera d’oro per la Roma. Un po’ lo stesso discorso vale per Under, quest’ultimo distrutto dagli infortuni: bene con Di Francesco (soprattutto il primo anno), non pervenuto con Fonseca. Under è arrivato come perfetto sconosciuto (almeno Justin aveva il congnome del più celebre papà Kluivert, ex Ajax e Milan) per 13,4 milioni di euro più 1,5 di bonus, firmando un contratto fino a giugno del 2022. Under è sparito dai radar, ha perso il posto da titolare da un bel po’ e poi ha sempre faticato per riconquistarlo, non avendo più avuto una continuità di rendimento. Plusvalenzina, anche per lui, insomma. E doveva essere l’erede di Salah, in campo e per i bilanci. Il turchetto è fermo quest’anno a tre reti, l’ultima con il Lecce, poco prima del lockdown, 8 reti nella prima stagione, giocata titolare solo nella seconda parte, e sei nell’annata successiva, dei quali tre reti sono stati segnati in Champions League. Il crollo vero quest’anno. Pure per lui un mese per riprovare a tornare in vetrina, solo lì c’è spazio per la gloria. E magari tornare a valere veramente quei 35 milioni di euro. Allora sarebbe un’altra storia. Si ripartirà con il rimpianto di perdere due talenti, ma almeno il bilancio non ne soffrirà. 
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