UNA PRATERIA
La Juventus in spazi larghi ha fatto esattamente ciò che voleva fare. E questo, se ci pensate, non è ammissibile. Riavvolgendo il nastro della partita forse sarebbe stato più giusto e conveniente per la Roma difendere con tre centrali contro i tre attaccanti bianconeri, dando al centrocampo di Paulo Fonseca un paio di uomini in più, e riproponendo in sostanza lo schieramento tattico di Parma; o forse sarebbero bastate le scelte e l'atteggiamento di squadra (non solo quello tattico, però) della ripresa per fare un'altra partita. Il tecnico portoghese, invece, si è fidato dei suoi e all'inizio ha optato per la solita strada anche in casa della squadra più forte d'Italia, pagando a carissimo prezzo questa sua strategia. Aiutato (per modo di dire...) da tanti, troppi suoi giocatori in serata nerissima. Quando si confeziona una prestazione così scadente come quella della Roma nel primo tempo è ingiusto dare la colpa soltanto a questo o a quello: le figuracce sono sempre figlie di scelte tattiche non corrette e di prestazioni tecniche al di sotto della norma. La Roma, fino a ieri sera, aveva dato il meglio di sé in trasferta, poi a Torino per un tempo, fatale, è crollata. Di testa, di qualità individuale e di gioco. Segno che tutti hanno sbagliato; segno che tutto o quasi è stato sbagliato, come dimostrato dalla seconda parte di gara. Al netto del valore dei campioni d'Italia, che non avevano bisogno di alcun aiuto per andare avanti in Coppa Italia.
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