Verso Juve-Psg, Allegri: «L'Europa League è un obiettivo. Pogba ci è mancato. I giovani? Non risolvono i problemi»

Il tecnico alla vigilia della sfida di Champions: «Brucia tantissimo essere fuori. Le prestazioni europee sono state bruttissime»

Verso Juve-Psg, Allegri: «L'Europa League è un obiettivo. Pogba ci è mancato. I giovani? Non risolvono i problemi»
di Alberto Mauro
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Martedì 1 Novembre 2022, 15:16

Una formazione intera in infermeria, la fase ad eliminazione di Champions già salutata alla penultima partita del girone e di fronte il Psg delle stelle (senza lo squalificato Neymar e gli indisponibili Navas e Kimpembe). Allegri prova a scacciare i cattivi pensieri ricalibrando la mira sull’obiettivo Europa League, chissà però quanto condiviso da giocatori partiti con ben altre ambizioni a inizio stagione. Largo ai giovani più per necessità che per opportunità, ancora fuori Vlahovic mentre Di Maria e Paredes puntano l’Inter. «Per domani, a parte Locatelli, non recupero nessuno. Oggi è la mia prima conferenza senza il passaggio del turno in Champions, dopo 12 anni. Domani è decisiva per l’Europa League, un’opportunità, dobbiamo fare una partita giusta e intelligente perché affrontiamo una delle migliori al mondo. Brucia tantissimo essere fuori, sono ancora arrabbiato e dispiaciuto. Bisogna avere una reazione, ma dal campionato penseremo dopodomani, le prestazioni fatte in Champions come risultati sono state bruttissime». La Francia non avrà Pogba al Mondiale ma la Juve lo perde fino al 2023, per Allegri non è solo sfortuna: «Non ci ho ancora parlato con Paul, una volta presa la decisione di non essersi operato subito, le speranze che potesse rientrare con la Juventus e per il Mondiale erano ridotte al lumicino. È dispiaciuto, noi siamo stati penalizzati perché non abbiamo mai avuto un giocatore come lui a disposizione. Ora a centrocampo ho Locatelli, Rabiot, Fagioli e Miretti, e devo ammettere che Rabiot sta facendo cose importanti».

Il ruolo dei giovani e le parole a Miretti

Il Psg dovrà fare a meno di Neymar ma può contare su Mbappé e Messi: «Leo è sempre stato il migliore al mondo. Per lui quest’anno è importante, per il Psg e per il Mondiale. Ha 35 anni, sono gli ultimi anni della sua straordinaria carriera». Gli infortuni hanno condizionato pesantemente la stagione juventina: «Avremo sbagliato qualcosa, ma abbiamo avuto infortuni traumatici e lì non possiamo fare niente. Speriamo di avere Vlahovic contro l’Inter, Di Maria e Bremer dovrebbero farcela, anche Paredes è vicino al rientro, con gli altri ci vedremo a gennaio». I baby possono dare una mano ma non sono la soluzione per rilanciare la Juve in campionato e in Europa. «Un aspetto negativo è che i giovani vengano esaltati da tutti, dopo un gol, ci vuole equilibrio. Mi sono segnato tutti i giovani della Juventus stamattina: sono una quindicina quelli che vanno dal 2001 al 2005, ce ne sono molti bravi in Under 23 e Primavera. Non possiamo pensare che un ragazzo che non ha esperienza in partite internazionali con la Juventus possa risolvere i problemi. Devono fare un percorso lavorare in modo sereno e tranquillo. Se giocano nella Juve hanno qualità, non sono matto a farli giocare. Non pensiamo che ragazzi del 2000/2003 portino la Juve a vincere. La prima partita alla Juve la giocano tutti, ma il secondo anno riconfermarsi è difficile. Devono avere una forza mentale diversa dagli altri giocatori. Ho parlato con Miretti, non può sbagliare gli ultimi 3 passaggi come successo a Lecce o sbagliare 5 volte davanti al portiere.

Su un chilometro 900 metri li corrono tutti, gli ultimi 100 metri no. La differenza sta nella testa».

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