Juventus, l'ossessione Champions spegne anche Ronaldo

Juventus, l'ossessione Champions spegne anche Ronaldo
di Alberto Mauro
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 07:30

C’è una Juve con Ronaldo e una Juve senza. Quando però non si nota la differenza tra le due versioni è un problema. Perché dal suo sbarco a Torino nel luglio del 2018 CR7 ha stravolto gli equilibri del gruppo diventandone il centro di gravità permanente, ma quando la squadra non gira e lui incappa in una serata storta - come a Oporto -, c’è il rischio di un doppio corto circuito, senza salvavita. La sofferenza di Cristiano, senza palloni giocabili nel primo tempo, diventa insofferenza nella ripresa quando perde palla malamente dopo un tamponamento fortuito con Alex Sandro, e poi allarga le braccia in segno di resa. E infine rabbia sull’episodio del rigore non concesso da Del Cerro Grande nel recupero. Frustrazione sfogata a fine partite - non è la prima volta - con un confronto serrato negli spogliatoi faccia a faccia con i compagni di squadra. La prospettiva di un’eliminazione agli ottavi sarebbe un fallimento sportivo e finanziario che la Juventus in questo momento non può permettersi. E potrebbe anche avere un peso sul futuro di Ronaldo, in scadenza nel 2022.
OTTAVI MALEDETTI
Dopo il primo posto del girone chiuso con la vittoria contro il Barcellona al Camp Nou nessuno si sarebbe aspettato una Juve così. E invece con la fase ad eliminazione diretta tornano i fantasmi, insieme a una costante allarmante. Negli ultimi tre anni, con tre allenatori diversi, la Juve ha perso le tre le sfide di andata degli ottavi (Atletico Madrid, Lione e Porto) riuscendo a ribaltare - fino ad ora - solo quella contro Simeone, grazie alla tripletta di Ronaldo allo Stadium. Doveva essere proprio lui l’antidoto individuato dalla dirigenza per il mal di Champions juventino, e invece nonostante 7 reti in 7 gare ad eliminazione in bianconero non è ancora riuscito a spezzare la maledizione. Primo responsabile ma anche vittima di una Juventus che incappa nella seconda sconfitta consecutiva e non ha altre soluzioni offensive: Morata, reduce dall’influenza, ha stretto i denti per giocare i minuti finali accusando uno svenimento a fine gara, panchina pro forma per Dybala, non ancora pronto, ben al di sotto delle aspettative Kulusevski, forse ancora acerbo per partite di altissimo livello. Un solo tiro in porta in 90 minuti è decisamente poco per chi ha sollevato 5 Champions League in cielo, ma pur giocando sotto tono Cristiano nel finale manda al tiro Chiesa da ottima posizione e poi anticipa Zaidu nel recupero, costringendolo a un fallo da rigore inspiegabilmente ignorato dall’arbitro. Due giocate che avrebbero potuto incidere ben di più nell’economia del doppio confronto. E come contro Atletico e Lione, tutte le speranze di passare il turno saranno ancora una volta riposte nel numero 7, perché la Juve in questo momento non ha un piano B. Sul web intanto pioggia di critiche per l’errore di Bentancur sul primo gol, e subito dopo Pirlo e Ronaldo, per l’approccio e la sterilità offensiva.
INFERMERIA
Nulla è perduto ma molto è stato compromesso, e se il 9 marzo è ancora lontano Pirlo intanto deve gestire le scorie di Champions: 10 giorni senza Chiellini, uscito per infortunio al polpaccio destro, escluse lesioni.

Esami di controllo in mattinata anche per gli acciaccati Morata e Bentancur, allarme rientrato per de Ligt (solo crampi), ancora ai box Cuadrado, Bonucci e Arthur.

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