Sarri, lo scudetto non basta: la Juve vuole la svolta in Champions

Sarri, lo scudetto non basta: la Juve vuole la svolta in Champions
di Alberto Mauro
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Domenica 19 Luglio 2020, 09:30
Il futuro di Maurizio Sarri - tornato prepotentemente in discussione dopo la brusca frenata con Milan, Atalanta e Sassuolo - non è scontato e potrebbe dipendere più dal cammino in Champions che da quello in campionato. La priorità in questo momento è riprendere la marcia scudetto, ristabilendo le distanze di sicurezza dall’Inter (tornato minaccioso -6) e allungado sull’Atalanta (ieri pari a Verona). Domani contro la Lazio si capirà se la crisi juventina (2 punti nelle ultime tre partite) è alle spalle. Sarri - a meno di crolli inverosimili - non è a rischio nell’immediato (anche per tempistiche e motivazioni economiche), ma le valutazioni sul suo futuro saranno fortemente influenzate da quest’ultima parte di campionato e anche dai risultati ottenuti in Champions. Lo scudetto potrebbe non bastare per la riconferma automatica, perché due trofei (Supercoppa e Coppa Italia) sono già sfumati e le anomalie di questo campionato (lockdown, 5 sostituzioni, rush finale a luglio) rendono parecchio complicato stimare l’incidenza dell’allenatore. Ecco che la Champions può diventare il vero test per Maurizio Sarri, nelle condizioni ideali per preparare al meglio le fasi finali. Troppi alti e bassi e sconfitte sonore finora, in un campionato condotto in testa ma mai dominato. La Juve ha illuso più volte: dominando il girone di Champions, con la vittoria contro l’Inter pre sosta e anche dopo la parentesi Coppa Italia, post ripartenza. Ma è inesorabilmente sempre ricaduta nei vecchi vizi, come se alla Continassa dopo un po’ ci si dimenticasse la lezione di Sarri, imparata un po’ a memoria e troppo di fretta. Tatticamente non si sono visti passi avanti rispetto all’anno scorso, poco spettacolo e nell’ultimo periodo la difesa ha iniziato a scricchiolare paurosamente, un problema di fase difensiva che coinvolge tutta la squadra e non solo i quattro difensori. La gestione dello spogliatoio è un altro elemento discriminante, con la sensazione che non sempre squadra e allenatore siano in piena sintonia. Hanno fatto discutere le cessioni di Mandzukic e Emre Can, il lento addio di Pjanic, alcune reazioni di Ronaldo, qualche dichiarazione fuori posto in momenti delicati, e le incertezze nel trovare l’assetto di una squadra con la rosa più profonda e di qualità d’Italia. Sarri ora è pronto a giocarsi tutto, proprio come la sua Juve.
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