Juventus, la litigata con Conte e il giorno in Procura: i tormenti di Agnelli

Juventus, la litigata con Conte e il giorno in Procura: i tormenti di Agnelli
di Alberto Mauro
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Giovedì 11 Febbraio 2021, 07:30

Le scorie non si cancellano. Si possono seppellire o ignorare, ma alla lunga rischiano di riemergere nei momenti più delicati. Proprio come nel finale infuocato tra Juve e Inter, in uno Stadium teatro dello scontro finale Agnelli Conte. Non si è trattato di un diverbio come tanti, dopo un dentro fuori di coppa: nel loro caso, infatti, la ruggine ha origini ben più profonde. Per poco più di un anno, il primo, presidente e allenatore sono stati in piena sintonia, rilanciando il progetto Juventus ai vertici del calcio italiano dopo i due settimi posti consecutivi. Ma già dal secondo anno le crescenti inquietudini di Conte hanno iniziato a tradursi in incertezze a livello tecnico, con la squadra non ritenuta ad altezza Champions, rapporti sempre più tesi con Marotta, e rinnovi faticosi. Le insofferenze del tecnico finiscono per portare allo strappo definitivo - ufficialmente rescissione consensuale - il 15 luglio 2014, con la Juve prontissima a virare immediatamente su Allegri. Da quel momento tra Conte e Agnelli non c’è più pace, e le strade quasi parallele si incrociano solo in occasione di appuntamenti istituzionali. Il primo faccia a faccia è datato 23 gennaio 2015, Conte bussa a Vinovo in veste di ct della Nazionale per una visita di protocollo, dopo aver già visionato tutti gli altri club di A. 
RISCHIO SQUALIFICA
Ad attenderlo, fuori dai cancelli, il calore dei tifosi, dentro invece il gelo dell’ad Beppe Marotta e del presidente Agnelli. Il nome di Conte torna d’attualità dopo l’esonero di Allegri e prima dell’annuncio di Sarri. Nedved e Paratici lo caldeggiano al presidente in sede di valutazioni (in ballottaggio anche Simone Inzaghi), ma Agnelli, spalleggiato dal cugino John Elkann, non vuole sentire ragioni. Anche per questo la frattura non si ricompone, e per la prima volta dopo Juve Inter le scorie diventano pubbliche. Scatenando reazioni dall’estero, l’Equipe attacca il presidente Eca Andrea Agnelli, definendolo «Uno di quelli che fa più male all’idea di universalità del calcio: disegna il futuro con qualche amico». E dei tifosi juventini che rilanciano una petizione online - proposta già nel 2019 - per la rimozione della sua «stella celebrativa» dallo Stadium. Ora finisce tutto in mano al giudice sportivo, che in base alla violazione dell’articolo 39 (condotta gravemente antisportiva) o 4 (lealtà e correttezza) può ammonire, sanzionare o addirittura squalificare, proprio come per il caso Ibra Lukaku, che sarà derubricato da condotta discriminatoria. Come se non bastasse, è emerso che il patron juventino nei giorni scorsi è stato ascoltato in Procura a Perugia sul caso Suarez, come persona informata sui fatti. 
 

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