Juventus-Napoli, l'inutile attesa dello Stadium

Juventus-Napoli, l'inutile attesa dello Stadium
di Alberto Mauro
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Lunedì 5 Ottobre 2020, 07:30
Manca il pubblico e anche l’avversario, non due particolari da poco. Ma tutto il resto segue la routine di sempre: dalla rifinitura mattutina al sopralluogo sul campo bagnato dalla pioggia. Sembra un matrimonio senza sposa, ma con l’orchestra che continua a suonare la marcia nuziale per intrattenere gli invitati. E non si tratta di un banale ritardo, ma di un’intenzione precisa, ribadita con più voci e a più riprese nelle ultime ore. Il Napoli non è nemmeno partito per Torino e non si presenterà allo Stadium, nonostante la certezza della sconfitta 3-0 a tavolino. Una novità assoluto nel calcio italiano, mentre un precedente assimilabile (ma generato da questioni politiche) andò in scena il 21 novembre ’73, quando l’Unione Sovietica rifiutò di disputare il ritorno dello spareggio di qualificazione di Mondiali ’74 nel Cile di Pinochet. Altri tempi e altre motivazioni, mentre allo Stadium va in scena un teatro dell’assurdo con tanto di claque (una decina di tifosi invitati dalla società più amici in tribuna d’onore) che sfida noia e pioggia per assistere a una non partita. L’avvicinamento a Juve - Napoli, almeno da parte bianconera, è lo stesso di sempre, non cambia di una virgola. Se non fosse per l’isolamento fiduciario sembrerebbe una vigilia delle tante: rifinitura alle 11, ritiro al JHotel, arrivo in pullman a meno di un’ora dall’inizio e i sopralluoghi in campo di Tudor, Baronio e Bonucci. 
UN TEMPO
Gli altri non escono nemmeno dagli spogliatoi, niente riscaldamento sul campo, la divisa da gara rimane nelle sacche dei magazzinieri, tra la musica ininterrotta degli altoparlanti (Nirvana, The Smiths, Black Sabbath) durante i 45 minuti per attendere l’ufficialità. Nella tv a circuito chiuso dello Stadium, sotto le immagini d’ambiente, si legge la frase che sintetizza tutto: “In attesa che si presenti la squadra in trasferta”. E mentre Paratici piazza gli ultimi colpi di mercato al rush finale (De Sciglio e Douglas Costa in prestito secco rispettivamente al Lione e al Bayern Monaco, in chiusura Chiesa, atteso oggi a Torino) le parole del presidente Andrea Agnelli provano a mettere fine alle polemiche strumentali tra Juve e Napoli.

PAROLA AL PRESIDENTE
«I protocolli sono chiari. C’erano situazioni di positività prevedibili per le quali si applica il protocollo FIGC che si rifà al Ministero della Sanità, approvato dal Cts. In isolamento fiduciario bisogna continuare a giocare le partite, noi lo abbiamo fatto: ci siamo messi in bolla per poter giocare la partita. L’importante è avere lealtà sportiva, con De Laurentiis ci siamo mandati un messaggio. Mi ha scritto perché voleva rinviare la partita, gli ho risposto che come sempre la Juve si attiene ai regolamenti. La salute pubblica viene prima di tutto. Se vogliamo portare avanti le manifestazioni sportive, dobbiamo saper gestire i casi di positività. Non ho paura che non il campionato non arrivi a termine, la Federazione e l’Uefa stanno facendo un ottimo lavoro, e per questo sono ottimista sul futuro. Sospetti sul Napoli? Non ne ho mai, come potrei averne. Non presentarsi a una partita non dà una grande immagine di noi, siamo spesso troppo provinciali perché ci si preoccupa troppo di quello che avviene in casa e poco di quello che succede fuori dai nostro confini. La sconfitta a tavolino del Napoli? Si esprimerà il giudice sportivo».
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