La Juve e McKennie, c'è un maghetto per Pirlo

La Juve e McKennie, c'è un maghetto per Pirlo
di Alberto Mauro
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Giovedì 4 Febbraio 2021, 07:30

In fondo forse serviva solo un po’ di magia per trovare l’equilibrio a centrocampo, il reparto più in difficoltà da inizio stagione. E anche la spensieratezza di un ragazzo che esulta come Harry Potter e ha un debole per Fortnite, come tanti altri. Ma Weston McKennie, a differenza di molti suoi coetanei, è già un punto fermo della Juve di Pirlo. Sorprendendo un po’ tutti con quattro reti stagionali - le stesse di Ramsey (2), Bentancur (0), Rabiot (1), Arthur (1) messi insieme - un dinamismo unico, e la personalità di un veterano. Che McKennie avesse una marcia in più lo si era già intuito dai tempi dello Shalke 04, ma in estate in pochi avrebbero previsto la sua crescita esponenziale nel giro di pochi mesi, confermandosi l’acquisto più azzeccato del mercato estivo. Tra le passioni del giovane americano al primo posto c’è il calcio (di cui si innamorò in Germania, a 6 anni indossando la maglia del FC Phönix Otterbach, e che esportò a Dallas), subito dopo la saga del maghetto di J.K. Rowling (letture condivise con de Ligt), testimoniata anche dal tatuaggio - una saetta - sul dito puntato verso le telecamere dopo il gol contro il Bologna, e celebrato anche dalla Lega di Serie A con video di esultanza “Harry McKennie”. Poi, in ordine sparso, il cibo da fastfood ma anche le primizie culinarie italiane, apprezzate grazie a uno chef che si occupa personalmente dell’alimentazione di molti tesserati bianconeri. Immancabile Fornite, gioco online multiplayer, grazie al quale condivide missioni e serate con Bentancur, Dybala e altri compagni di squadra più accaniti. «La finale dei Mondiali? Non l’ho vista tutta - la frase che racconta meglio di tutte il personaggio Weston -, ero a casa di Pulisic e a un certo punto abbiamo iniziato a giocare ai videogames online».
PARAGONI
Alla Juve invece ha imparato a osservare bene, cercando di rubare i segreti del mestiere ai compagni con più esperienza, e anche se nel calcio i paragoni fanno più danni che altro, molti in lui rivedono il giovane Vidal o il primo Davids. Deve migliorare nella tecnica di base, ma intanto può contare su doti importanti per un centrocampista della sua età. Intelligenza tattica, tempi d’inserimento, fiuto del gol, senso della posizione e fase difensiva. Sa giocare in tutti i ruoli del centrocampo, davanti alla difesa o trequartista, mezzala destra o sinistra, nel centrocampo a tre o a due. Ma anche esterno, su entrambe le fasce, con la stessa intensità. Nella sua carriera in passato ha ricoperto praticamente tutti i ruoli, compreso il terzino e la punta, affinando le doti di incontrista e bomber: tra i suoi gol pesanti in stagione (Torino, Barcellona, Milan, Bologna) spicca soprattutto la prestazione contro i rossoneri, quasi da attaccante aggiunto a sostegno di Ronaldo.
DERUBATO
L’unico passaggio a vuoto della sua avventura bianconera - suo malgrado - contro la Spal.

Non in campo, ma tra le mura domestiche della sua villa sulla collina di Torino: alcuni ladri hanno approfittato della serata di Coppa Italia per introdursi nella sua abitazione attraverso la finestra del bagno, rubando materiale tecnico, scarpe, abiti, tute, e orologi. L’etichetta di predestinato non lo ha mai spaventato, fa parte nella new generation di baby talenti Usa allevata con l’obiettivo di fare bella figura al Mondiale 2026 che saranno organizzati dagli States (con Canada e Messico), insieme a lui Dest, Pulisic, Reyna (Dortmund), Adams (Liepzig), Steffen (Manchester City), Sargent (Werder), Hoppe (Shalke 04) e Reynolds approdato da pochi giorni alla Roma. Stelle a strisce.

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